Gli esperti hanno più volte sottolineato l’importanza di “fattori scatenanti o predisponenti”, di un binomio che tende a creare una miscela esplosiva. Hanno sottolineato spesso la necessità di comprendere i segnali più preoccupanti, che a volte gli adulti tendono a minimizzare. Gli indicatori per individuare i casi a rischio di suicidio negli adolescenti non sono di sicuro una novità, ma nell’epoca di Internet e dell’obbligo “dell’apparire”, il disagio sociale sembra farsi strada nella vita di chi, all’improvviso, comincia a vedere tutto nero. Una condizione che, chi conosceva la sedicenne che ieri sera si è tolta la vita al Bastione di Cagliari, forse aveva intuito.
Tra loro c’è chi parla di difficoltà interiori, di piccoli sintomi che avrebbero rappresentato un campanello d’allarme passato inosservato. Ma sono soltanto ipotesi, frasi scritte sul social network più famoso del mondo, parole lasciate alla furia del Web. Pensieri scritti con dolore mentre le lacrime segnano il viso. Supposizioni che non danno certezza a chi è estraneo alla vicenda e che si rincorrono con il vano obiettivo di trovare una spiegazione.
“Una spiegazione che non può rientrare nella sola parola “depressione”. A sedici anni – spiegano gli psicoterapeuti – l’identità che si aveva da bambini va man mano cambiando per fare spazio a quella dell’adulto”. Si è più fragili, si è alla continua cerca di affermazione, di consensi, di elementi utili a riempire la propria autostima. “E non sempre la si trova nei social network, negli spazi ristretti in cui la gioventù di oggi si rifugia”, precisano gli esperti. D’altro canto, gli spazi di condivisione delle idee e dei problemi sembrano oggi essere diminuiti e, probabilmente, si tende all’isolamento. Lo stesso che la giovane, ieri sera, avrebbe ad un certo punto cercato, allontanandosi dai suoi amici “per fare una passeggiata”.
E’ questo che i suoi compagni hanno raccontato dopo quei tragici momenti alla polizia. Erano usciti tutti insieme, ma poi lei si è dileguata. Non l’avrebbero più riabbracciata. Dietro a questa vicenda terribile, raccontata per sottolineare la necessità di ascoltare ogni timido s.o.s o il più palese grido d’allarme da parte degli adolescenti, c’è l’immenso gesto d’amore dei genitori della sedicenne, che oggi hanno dato il consenso all’espianto degli organi. Qualcuno avrà la speranza di una vita migliore grazie alla scelta generosa del padre e della madre, che nel dolore hanno deciso di aprire la porta alla solidarietà.
E nel frattempo, un ciclone di messaggi e pensieri è arrivato per la figlia. Da quello della migliore amica, fino al conoscente. “Lei la mia principessa – scrive Giulia -. La conoscevo da due anni. L’avevo conosciuta in piazza Giovanni ci dicevamo tutto, scherzavamo, ridevamo. Per me era come una sorella. Sei e resterai sempre la cosa piu bella della mia vita amore mio, ancora non ci credo e non voglio crederci che non ci sarai più, tu per me sei la cosa piu importante ogni volta mi tiravi su il morale e io facevo lo stesso con te. Sai, non sarà piu la stessa cosa senza di te sto ancora piangendo mentre che scrivo. Tu sei una di quelle amiche speciali che mi resteranno sempre nel cuore principessa grazie per i momenti bellissimi passati insieme non li dimenticherò mai”. “Forse non ti abbiamo ascoltata abbastanza – dice Mario – forse dovevamo starti tutti più vicino”.
Gli amici hanno inoltre organizzato per lei un incontro. L’appuntamento è in piazza Matteotti alle 16.30 di domani. “Andremo tutti al Bastione – dicono – per ricordarla e darle un ultimo simbolico saluto”.











