La nuova vita a migliaia di chilometri di distanza dal regime talebano, per i primi 79 migranti afghani, è iniziata oggi, a Cagliari. E, a seguire, in tutte le province dell’Isola. Tra loro ci sono anche quaranta ragazzini, salvati e portati in Italia con gli aerei, e poi redistribuiti tra tutte le regioni. Le operazioni, al porto di Cagliari, si sono svolte senza intoppi: dopo essere sbarcati dalla Moby Zazà, gli afghani sono stati visitati dai medici dell’Ats e, poi, rifocillati da Croce Rossa e Caritas, prima di essere trasferiti a bordo di bus privati. “Sono molto provati per tutto ciò che hanno vissuto”, spiegano alcuni uomini della macchina dell’accoglienza imbastita da prefettura, Croce Rossa, Regione, Protezione Civile, Ats, carabinieri e polizia. “Domani ne arriveranno altri sessanta, dopodomani cinquanta”, spiega il prefetto Gianfranco Tomao, presente al molo sabaudo per controllare tutte le operazioni dell’accoglienza.
“Non divideremo i nuclei familiari, per ora siamo impegnati nella prima accoglienza e, poi, questi migranti saranno in qualche modo inseriti, appena definiremo tutte le procedure, nei circuiti del Sai”, dunque accoglienza e integrazione saranno garantiti.