Un destino che ha segnato un’intera famiglia quello di Emanuela Loi, la giovane poliziotta di Sestu morta nella strage di Via D’Amelio a Palermo il 19 luglio del 1992. Ragazza coraggiosa, volitiva, aveva scelto di essere nella scorta del giudice Paolo Borsellino. Oggi, 33 anni dopo, la Sardegna, l’Italia e la Polizia di Stato ricordano quel terribile giorno. Soprattutto, è la nipote, la 32enne Emanuela Loi, a ricordare la zia, fonte d’ispirazione di vita che l’ha portata a diventare una poliziotta. Stesso nome, stessa divisa, immenso orgoglio. E proprio a lei, la giovane poliziotta dedica una splendida lettera.
“Cara Emanuela,
nonostante io non abbia avuto la fortuna di conoscerti, sento una profonda connessione con te”, scrive la giovane. “Il tuo nome, che porto con orgoglio, è un costante promemoria del tuo coraggio e della tua dedizione alla giustizia. La tua storia, il tuo sacrificio mi hanno insegnato l’importanza di lottare per ciò che è giusto, anche di fronte alle difficoltà.”
“A volte, sento come se stessi vivendo la tua vita, come se i tuoi sogni e le tue passioni fossero anche i miei.
Mi chiedo se avremmo avuto gli stessi interessi, se avremmo riso insieme delle stesse cose. Il pensiero di non aver potuto condividere questi momenti con te è un dolore che non riesco a descrivere.”
“Vorrei poter ringraziarti per l’esempio che hai lasciato, per la forza che hai dimostrato e per l’ispirazione che continui a essere per me e per tutte le persone che fanno il nostro lavoro. Spero di poter onorare la tua memoria vivendo una vita che rifletta i tuoi valori e la tua passione per la giustizia. Sarò sempre grata per l’eredità che hai lasciato e per l’amore che mi hai sempre trasmesso.”
E conclude: “Spero che, in qualche modo, tu sia orgogliosa di me.
Grazie per avermi ispirato a essere una persona migliore.
Con affetto, tua nipote Emanuela”.












