Sono 17 le strutture in programma che dovrebbero roteare senza sosta per accumulare energia tramite il vento, quello che in Sardegna non manca mai e che fa gola alle multinazionali straniere intente a trovare, sempre, più fonti di energia alternativa. Il progetto ha una finalità nobile, la modalità e il luogo scelto ha smosso i comuni coinvolti, e non solo, affinché non venga realizzata una deturpazione dell’ambiente tale da sottomettere, ancora più, terre e abitanti alle volontà dei “grandi”, quelli che si interessano a “prendere” senza mai “dare”. Per questo motivo quasi cento trattori hanno sfilato da Genoni a Barumini su invito della Coldiretti che, in parallelo all’assemblea pubblica indetta dal primo cittadino di Barumini con la partecipazione di tutti i suoi colleghi si sono diretti al distretto culturale”Giovanni Lilliu”.
Una netta presa di posizione, insomma, contro “l’imposizione selvaggia dell’installazione di 17 enormi Pale Eoliche nel nostro territorio” comunica la Coldiretti. “Risulta ormai chiara ed evidente la strategia generale che pone l’intera Isola di Sardegna al centro di una trasformazione in HUB energetico nazionale ed europeo.
Centinaia di progetti per centrali eoliche e fotovoltaiche, sistemi di accumulo dell’energia prodotta, stazioni e sottostazioni elettriche, elettrodotti, cavidotti e sistemi di collegamento elettrico con il “continente” per portare altrove l’energia prodotta in Terra Sarda.
Un percorso imposto dall’alto, senza alcun coinvolgimento delle Amministrazioni locali e della popolazione, che porterà vantaggi enormi a pochi (per lo più non sardi) e svantaggi enormi a tanti (sardi).
Allo scopo di informare e sensibilizzare le popolazioni e mettere in risalto la problematica, Coldiretti ha organizzato una manifestazione con partenza da Genoni e arrivo a Barumini in riferimento al grosso impianto eolico che coinvolge i paesi e le campagne della Marmilla e del Sarcidano”.
“Difatti, anche Genoni – comunicando le istituzioni – è pienamente interessato da due progetti eolici di grandi dimensioni, con i quali si intende infrastrutturare e predisporre i territori per l’industrializzazione diffusa delle aree agricole, con gravi modificazioni del paesaggio e dell’ambiente e senza alcuna vera compensazione a livello locale”.
La manifestazione si preannuncia solo come la prima protesta appena avviata.
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