I principi attivi della marijuana iniziano ad essere riconosciuti anche ufficialmente dal governo degli Stati Uniti. In quanto sarebbero capaci di bloccare i vasi sanguigni necessari ai tumori per svilupparsi. Dopo le prime aperture di alcuni Stati e la legalizzazione dell’erba anche a fini ricreativi in Colorado, adesso è il National Institute on Drug Abuse, gruppo di ricerca finanziato dal governo americano, a tessere le lodi della pianta per tanto tempo fuori legge. Secondo uno rapporto pubblicato da un team di ricercatori ingaggiati dal dipartimento di salute americano, ha infatti stabilito che i cannabinoidi sono in grado di inibire la malattia, provocando la morte delle cellule cancerogene, portando beneficio anche in caso di gravi patologie. Sarebbero quindi in grado di combattere le patologie contro le quali la cannabis si è rivelata efficace: il cancro al colon, quello al fegato e quello al seno (oltre a varie altre forme di malattia). «Recenti studi sugli animali hanno dimostrato che la marijuana può uccidere alcune cellule tumorali e ridurre le dimensioni delle altre», si legge nel rapporto del Nida. «I risultati di uno studio sugli animali suggeriscono che gli estratti da pianta di marijuana possono ridurre una delle più gravi forme di tumori cerebrali. La ricerca sui topi ha dimostrato che questi estratti, se usati in combinazione con radioterapia, aumentano gli effetti delle radiazioni». Naturalmente, molti Stati americani consentono l’uso di marijuana medicinale e alcuni ne consentono l’uso ricreativo, ma il governo federale continua a vietarla.












