Aspettano un segnale, l’ennesimo, dal Comune, per cercare di studiare un piano di rilancio che sia efficace.Tra i 14 boxisti del mercato civico di Quartu Sant’Elena molti non hanno voglia di parlare e rilasciare dichiarazioni. La ragione? Sperano che l’incontro con l’amministrazione comunale, previsto nelle prossime settimane, sia fruttuoso. Ma, tra festoni natalizi ancora appesi al soffitto, tanti spazi vuoti e porte semi divelte, l’edificio grigio costruito mezzo secolo fa proprio davanti all’ingresso del Comune vive tutta una serie di criticità. Il primo piano è deserto, tanti anni fa c’erano box, poi uffici: oggi,solo polvere e silenzio. E al piano terra si incrociano le dita per sperare di non perdere la clientela affezionata che, ancora nel 2021, preferisce il mercato civico alle corsie dei maxi centri commerciali. Gianluca Putzu, 50 anni, fa il macellaio da trenta: “Prima di tutto dev’essere riempito di altri box, una bella pubblicità del mercato e meno abusivismo per le strade”, questa la sua ricetta-appello per il rilancio: “La struttura è messa benissimo, i box sono vuoti e la gente che entra vede un vuoto totale. Il mercato non è mai stato così. Affari calati? Sì, e stanno nuovamente calando. Il Comune deve far arrivare altri esercenti e riempire il mercato e meno abusivi in giro”. Anche quest’ultima è una piaga? “Sì, sono attorno al mercato”, partendo da “piazza 4 novembre”.
Gianfraco Doria stringe tra le mani alcune buste, frutto della spesa appena fatta al mercato civico, ma non è un cliente abituale: “Smantellatelo e organizzatelo per altro. Non è competitivo e non offre molto di più di quanto si trova in giro. Una biblioteca o una pizzeria, serve un mercato ma non certo qui. Quando è stato progettato, nel 1961, Quartu aveva ventimila abitanti e venivano tutti qui a fare la spesa con il carrello. Ora su è vuoto, oggi con l’auto si va dappertutto, anche nei centri commerciali a Quartucciu o Cagliari. Passo al mercato molto raramente”.











