Si sogna gli abbracci e le carezze che solo un padre può dare con la giusta dose di intensità e di amore al proprio figlio. Poi, però, si ricorda che ci sono il mare e tantissimi chilometri di distanza che lo dividono dal “mio bene più grande”. Carlo Loi da otto anni spera di riavere in casa Michael, oggi trentaduenne, da otto anni ricoverato in una comunità del Piemonte. Diagnosi? Schizofrenia: un brutto male che, però, può essere controllato e, per quanto possibile, curato con medicinali e con la presenza di esperti. Natale, Capodanno, Pasqua, il suo compleanno: tutte date importanti che non vengono mai festeggiate a causa della distanza. Ma Carlo Loi, 61 anni, nonostante lotti contro la sclerosi multipla, vuole poter stare nuovamente col figlio per il tempo che gli resta da vivere: “Sinora, per lui, la sanità pubblica ha speso oltre 500mila euro e non è stato riabilitato, e pazienti come lui in Italia ce ne sono tanti. Tutti soldi che escono dalle tasche di noi cittadini. Si vede”, polemizza Loi, “che a molti piace pagare le tasse per non avere risultati”.
Loi aveva già lanciato appelli pubblici per trovare una soluzione, e stavolta torna alla carica con l’intenzione di scrivere anche ai vertici della sanità quartese e sarda: “In Sardegna c’è chi può occuparsi di mio figlio da un punto di vista clinico, e soprattutto con spese nettamente minori. Non chiedo nulla di eccezionale, solo poterlo riabbracciare”. Ogni giorno che passa è paragonabile a una coltellata in più che gli trafigge il cuore. Carlo Loi sa che la sua sclerosi multipla non è una malattia curabile. Se lo ricorda ogni giorno, insieme al volto di quel figlio, tanto adorato e tanto voluto, che chiede solo di poter riabbracciare senza dover prendere aerei e farsi assistere da chi si occupa di aiutare passeggeri in carrozzina.











