I clienti spariscono, almeno in parte, anche dai centri della grande distribuzione. I maxi ipermercati, insomma, non se la passano bene. Regge solo la “classica” spesa legata al cibo, per gli altri acquisti ci si pensa cinque, dieci, cento volte. E, spesso, i pochi soldi restano dentro i portafogli delle famiglie cagliaritane. “Rispetto al 2009 non si sperperano più soldi, il potere d’acquisto è crollato e si fa molta selezione, i cagliaritani acquistano solo l’essenziale. Ci sono tanti disoccupati e poveri in più, tengono botta solo i discount”, spiega Cristiano Ardau, segretario generale UilTucs, da sempre in prima linea anche nella difesa dei diritti dei lavoratori della grande distribuzione. “Dai tempi del governo Monti abbiamo perso 3500 addetti tra piccola e grande distribuzione”.
Che fare? “È indispensabile garantire un aumento sostanziale del reddito alle famiglie, sia a chi lavora, sia a chi non lavora e sia a chi è pensionato, solo così possono tornare a girare i consumi, creando dei circoli virtuosi che incrementino la domanda interna. Va promossa la detassazione dei redditi, la rivalutazione delle pensioni soprattutto per le fasce deboli. Il reddito di cittadinanza puó rappresentare un buon inizio ma rischia di rimanere insufficiente per questa economia nella misura e nelle modalità di godimento”.











