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La donna aggredita e segregata in uno scantinato:”Ho temuto di morire”

di Marcello Polastri
27 Giugno 2017
in cagliari, centro-storico

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“Offrirmi da bere a casa sua. Era questa la scusa, ma quando mi ha invitato a seguirlo in un sottoscala dove, all’improvviso, mi ha toccato nelle parti intime, ho capito tutto. Poi ha stretto la mia mano portandosela giù,  proprio lì, sui suoi pantaloncini, e allora ho urlato”.

Gelida e al tempo stesso terrificante: questa la premessa del racconto di una ragazza appena uscita da un incubo. Perché oggi, alle prime ore del mattino, è stata vittima di una tentata violenza da parte di un uomo le cui generalità non sono state rese note. 

IL FATTO è accaduto in pieno centro a Cagliari. Non pubblichiamo le generalità della vittima che per sua ammissione ha subito  “una violenza a metà, perché sventata dalle forze dell’ordine e da un gruppo di volontari”.
All’incirca dopo un’ora di ricerche i Carabinieri coadiuvati da 20 uomini e donne dei City Angels (soro loro i volontari citati dalla protagonista della vicenda), hanno individuato il tugurio nel quale si trovava la ragazza, bloccata e in stato confusionale.

E’ da quel sito che ha lanciato l’allarme ma, tra trattandosi di un ambiente sotterraneo, accessibile dai palazzi adiacenti l’ex sede della Banca Cariplo, le indagini sono risultate alquanto ardue. Da qui il coinvolgimento degli Angeli di città che conoscono bene come le loro tasche i luoghi nei quali sono soliti riunirsi o passar la notte sbandati e senzatetto. 

Buona stampa tace su quanto è accaduto alle prime ore di oggi. La notizia si è comunque diffusa di bocca in bocca in un baleno. Specialmente tra i residenti di via XX Settembre, teatro del misfatto.

LA VITTIMA. Bionda e due occhioni bellissimi, sorride nonostante porti un collare: “mi è stato posizionato al pronto soccorso dopo che sono arrivata a bordo di un’ambulanza. Sono uscita alle 3 del mattino. Non ho chiuso occhio”. 

Ci rivela così, nei dettagli, la sua odissea con un sorriso di circostanza, amareggiata com’è, e la voce che proprio mentre spiega diventa flebile.

“Non auguro del male a nessuno – dice – desidero però ottenere giustizia”.”A salvarmi, come detto, sono stati i Carabinieri. Con i City Angels hanno bloccato quell’uomo malvagio che ha anche cercato di scappare, per poi esser tratto in arresto”.

LA STORIA, dai contorni che sulle prime sembravano oscuri, appare adesso più chiara proprio perché a parlare è lei, la donna aggredita, “bloccata da un uomo straniero che pareva un mio amico, segregata in uno scantinato nel cuore della notte. Evidentemente aveva solo voglia di abusar di me, sapendo e forse approfittando anche della mia situazione di estrema povertà”.

I DETTAGLI. Alcuni sono irripetibili ma al tempo stesso salienti per le indagini. È un fiume in piena il racconto della vittima. Offre una lucida ed esclusi a illustrazione di come sarebbero andati i fatti: “affinché non si dimentichi e in tante donne possiamo evitate altri abusi come quelli che ho subito”.

“Vedete – aggiunge mentre ci conduce nel sottoscala sotto la lente segni inquirenti – è questo il luogo nel quale mi ha tenuta bloccata, stringendomi ai polsi, poi schiaffeggiandomi, ma anche mordendomi sul petto…”. 

Insomma una storia “spaventosa, come quel  materasso sudicio che non scorderò mai, sul quale mi ha spinto, dopo avermi condotto attraverso un cunicolo oscuro, in fondo al sottoscala di un palazzo disabitato. Un posto pieno di immondizia”.

E “quel cacciavite, posato accanto al cuscino, che mi ha fatto temere il peggio. Ho temuto di morire. Che non ritrovassero più il mio corpo, laggiù, nei sotterranei accanto all’ex Banca Cariplo di via XX Settembre”. “Il mio compagno – esclama la ragazza trattenendo il respiro – ha saputo dell’accaduto e voleva ammazzare quel tizio. L’ho pregato di non farlo”. Poi sospira e conclude: “Io credo nella Legge e spero che possa fare il suo corso”. Le indagini proseguono.

Tags: donna
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