“Sono stata violentata nei bagni della stazione di Macomer, aiutatemi”. È la frase che ha detto, in lacrime e al telefono col 112, una donna di quarantadue anni, residente nell’hinterland cagliaritano. Il fatto, stando alla denuncia presentata ai carabinieri, risalirebbe a domenica pomeriggio. La donna, di passaggio nella stazione del centro Sardegna, ha utilizzato la toilette “per riparami dal vento”. Dopo pochi minuti una donna è uscita dalla toilette femminile e dopo pochi secondi ha varcato la porta del bagno degli uomini un sessantacinquenne: “Mai visto prima”, spiega la donna alla nostra redazione: “Mi ha chiesto se fossi di Macomer. Gli ho risposto di no e lui mi ha messo le mani sul seno, palpandomelo”. Lei ha reagito subito: “Mi sono divincolata, gli ho dato una spinta e mi sono messa a urlare. Lui mi ha chiesto scusa, ma gli ho risposto che non servivano per ciò che aveva appena fatto”. La 42enne ha descritto minuziosamente il violentatore: “Avrà avuto all’incirca 65 anni, sicuramente sardo per via dell’accento, indossava pantaloni neri, un giubbotto tipo piumino marroncino scuro, capelli corti bianchi e aveva un lungo ombrello nero appeso a un braccio. È fuggito verso Corso Umberto e poi non so dove sia andato”. Nella zona, tra i bagni e la banchina dei treni, erano presenti delle persone.
“Un uomo col cane ha assistito alla scena, non alla violenza ma ha sentito le mie urla e notato che avevo spintonato l’aggressore. Si è alzato e, col suo cane, si è allontanato. La donna che era uscita dal bagno pochi secondi prima del violentatore si è sincerata della mia condizione fisica e mi ha detto che quell’uomo le aveva chiesto informazioni legate ai treni diretti a Nuoro. Ciò che fa ancora più male è che, in quel frangente, nessuna delle persone presenti alla stazione mi ha davvero aiutata”. I carabinieri di Macomer hanno subito avviato le indagini, una persona è già stata identificata probabilmente grazie alle telecamere presenti nell’area ma, per avere l’effettiva certezza che sia lui l'”orco” bisognerà attendere una serie di sviluppi e, sicuramente, i prossimi giorni. “Era nel panico e non ho chiesto il nome e cognome a nessuno dei presenti”, ricorda la donna, assistita dall’avvocatessa Claudia Ariu. Loro potrebbero essere testimoni molto utili, per questo mi auspico che si facciano vivi con le forze dell’ordine e raccontino cosa hanno visto”.












