A Macomer si cambia per poi arrivare sino a Cagliari, ma se si è arrivati sino alla stazione nel cuore della Sardegna partendo da Nuoro l’incubo è già bello che iniziato. I sardi che devono spostarsi con i treni dalla Barbagia sino al Campidano, su tratte vecchissime e malandate e a bordo di convogli tutt’altro che moderni tornano a far sentire la loro voce. Meglio, le loro urla: “Vergogna, Regione. Vergogna, Solinas”. Sono arrivati in duecento, a Cagliari, nel giorno di Sa Die, che per loro è stato “Sa Die de sa ferrovia”: sindacalisti, ma anche tanti semplici cittadini che chiedono di avere una nuova rete ferroviaria e il passaggio dei trasporti dall’Arst alle ferrovie statali. “Serve un collegamento moderno, con gli altri capoluoghi sardi, che parta da Nuoro”, afferma il portavoce del comitato Trenitalia del Norese, Claudio Solinas. Che, megafono davanti alla bocca, sotto gli uffici dell’assessorato regionale dei Trasporti, ha anche ricordato che “dobbiamo raggiungere gli ospedali del nostro territorio, i principali sono a Cagliari e Olbia. E anche la sanità, in Sardegna, è in condizioni pietose”.
Le storie raccontate dai partecipanti alla protesta fanno ripiombare indietro l’Isola di oltre mezzo secolo. C’è chi sa di poter avere solo tre coincidenze al giorno per raggiungere Cagliari per motivi di cure e chi vorrebbe arrivare al San Francesco di Nuoro, partendo da Macomer, senza doversi svegliare prima dell’alba. E i problemi attanagliano anche Cagliari: la tratta Monserrato-Isili non è mai stata ripristinata, e altre centinaia di sardi sono costretti a viaggiare a ritmi folli e lentissimi.











