Ha quarantadue anni, Patrizio Arriu, e da decenni campa facendo il lavoratore stagionale: “Sono un cameriere”. Lo scorso II marzo ha firmato un contratto della durata di 10 mesi con un hotel nella provincia di Novara in Piemonte: “Stipendio sicuro di 1600 euro, incluse le assicurazioni”. Poi, però, è scoppiata l’emergenza Coronavirus e l’hotel si è dovuto fermare: “Dal dieci marzo siamo bloccati, con il contratto sospeso”. Ed è qui che, stando alle parole del 42enne, iniziano i problemi: ” Per quelli come me non è previsto il bonus di seicento euro da parte del Governo. Per ottenerlo, infatti, non dovrei avere nessuno stipendio e risultare licenziato. La direzione dell’albergo si è vista anche rifiutare le richieste di cassa integrazione, di conseguenza sono a terra. Sto iniziando a usare i miei pochi risparmi per pagare l’affitto mensile di quattrocento euro”, afferma il cameriere. “Purtroppo, senza clienti e prenotazioni, rischio di trascorrere chissà quanti mesi senza guadagnare un solo centesimo”.
“Lancio un appello al premier Conte, ben sapendo di non essere l’unico in questa situazione: si ricordi anche di noi e cerchi di trovare un po’ di risorse”.










