Il pullman che, da Sestu, l’avrebbe dovuto portare al Policlinico di Monserrato, l’ha lasciato a terra. Una beffa doppia, per un 46enne di Sestu: stavolta, infatti, non c’entrano bus troppo pieni o chissà quale altro disagio standard: “Non funzionava la rampa per farmi salire a bordo. Sono un invalido al 100%, ho la sclerosi multipla”, racconta Matteo Efisio Atzeni. Che, di buon ora, ha cercato di arrivare all’ospedale dopo una distorsione al braccio: “Ho molto dolore e volevo farmi visitare. È passata la linea 117 ma la rampa per disabili non funzionava. Ho aspettato mezz’ora al caldo ed passa la linea 110, sempre Sestu-Policlinico”. Ma anche in questo caso “la rampa non ha funzionato”. Atzeni, sconcertato e sempre più dolorante, ha contatto l’Arst. La risposta? “Prima di prendere il bus devo chiamare per avvisare che sono disabile e la tratta che devo fare”. Una differenza totale, se la veridicità della richiesta fosse confermata, rispetto al Ctm, per esempio, dove basta che l’autista fermi il mezzo, scenda e tiri giù la pedana.
“Ancora una volta noi disabili discriminati e sempre di serie B. Alla fine mi sono dovuto fare accompagnare al pronto soccorso da un parente. Non lo faccio per farmi pubblicità”, puntualizza il 46enne, “ma per fare capire che deve cambiare il sistema del trasporto pubblico verso i disabili”.











