La lettera a Babbo Natale di un’infermiera cagliaritana del 118:
“Caro Babbo Natale
In prossimità di queste Sante feste, mi sovviene il ricordo infantile di scriverti la classica letterina di Natale, per metterti al corrente del mio rammarico per il poco riconoscimento e la poca risonanza che viene data in generale al servizio emergenza 118. Forse tu non sai quanto amore dedico alle persone bisognose e non di cure sanitarie, che ogni giorno indistintamente accudisco a rischio della mia propria vita. Eppure nonostante ciò, non riesco a capire che male faccia per non avere in cambio un’adeguata gratificazione e non parlo soltanto dell’esiguo aspetto remunerativo ma soprattutto del profilo umano, misconosciuto o denigrato da coloro che giorno per giorno pensano per me, senza però sapere chi sono e come soprattutto dispenso il mio servizio. Mi rattrista e credimi, non lo dico per retorica o ricerca di egocentrismo o ancor peggio per pietismo, sentirmi violata professionalmente, all’idea che molti miei colleghi e compagni di questa avventura desiderino abbandonare il gruppo in preda alla demoralizzazione, rompendo quell’ affiatamento d’equipe che ha significato col tempo crescita, evoluzione, spirito di sacrificio collettivo al fine di apportare sollievo agli ammalati.
Così, una sofferta riflessione mi porta alla seguente domanda, cosa ho fatto di male o di sbagliato in tutti questi anni, forse la mia colpa più grande è di crederci ancora?
Allora caro Babbo Natale per gli anni a venire vorrei che non si distruggesse quello che fino ad oggi abbiamo realizzato, d’altro canto non ti chiedo niente di utopico o di materiale, ma un piccolo gesto di considerazione: “una pacca sulla spalla “e un semplice “BRAVO” potresti dare di più.
Nel frattempo ti auguro un sereno e prospero Natale con l’invito a passare un giorno di lavoro con me”.
Firmato
Manconi Tiziana
Infermiera 118 Cagliari











