“C’è chi ce la fatta e chi purtroppo no, in Sardegna la medicina del territorio va troppo lenta”. La denuncia è di Pino Argiolas, presidente dell’associazione trapiantati Prometeo che cita il caso di un ultra cinquantenne morto, perché a causa del Covid non è riuscito a completare le visite per l’intervento.
“Purtroppo non riesco a dimenticare che una settimana fa circa, ho ricevuto una telefonata da una giovane infermiera di Oliena che lavora all’ospedale San Francesco, che mi comunicava che purtroppo suo papà era deceduto”, scrive Argiolas.
“La cosa mi è dispiaciuta tantissimo perché il paziente deceduto che aveva meno di 60 anni , con una vita di lavoro alle spalle, era nella mie stesse condizioni prima del trapianto ma non è riuscito a completare le visite mediche per la messa in lista. Dopo la segnalazione ai medici del D.H. trapianto di fegato, questi sono stati velocissimi e visto che c’erano le condizioni per metterlo in lista, aveva cominciato, anzi direi che era a buon punto, con le visite e analisi diagnostiche che si fanno prima di un trapianto che sono circa una ventina”.
Purtroppo però l’uomo si ammala: Covid. Resta bloccato per una settimana in ospedale a Nuoro, rientra a casa e muore pochi giorni dopo.
“Ho raccontato questa vicenda umana, non per cercare colpevoli, ma solo per dire che è necessario che la medicina nel territorio viaggi ad una velocità diversa da quella alla quale oggi sta viaggiando”, spiega Argiolas, “altrimenti saranno sempre i pazienti che vivono lontani dai grande centri urbani dotati di presidi ospedalieri, a pagare il prezzo più caro con la morte. Vorrei che qualcuno capisse che i pazienti affetti da gravi malattie epatiche, cardiache e del pancreas, se non vengono trapiantati in tempi normali , purtroppo ci devono salutare per sempre, per questo è necessario che i medici del territorio dialoghino con i colleghi dei centri trapianti del “G.Brotzu”, la telemedicina può essere una risposta. Alla famiglia di Oliena le condoglianze più sincere, alla figlia infermiera grazie per quello che hai fatto. Ai medici del D.H. del “G.Brotzu” grazie per quello che avete fatto, anche se non è bastato”.










