di Davide Zedda
22 anni fa Massimo Cellino rilevava la Cagliari Calcio dalla famiglia Orrù capace di salvare il sodalizio rossoblù dal fallimento, e con pochi soldi, tanta intelligenza, l’intuizione Ranieri e con l’ausilio dello stratega Carmine Longo, si passò nel giro di pochi anni dalle stalle, alle stelle della serie A. Correva l’anno 1990, i mondiali di calcio in Italia, Cagliari sede di importanti gare, i rossoblù nuovamente ed incredibilmente in serie A. Massimo Cellino rileva la società poco prima dell’inizio della stagione 1992/1993. Subito il botto: al primo anno di presidenza, sesto posto e qualificazione UEFA. Il patron rossoblù, da subito diventato un vero e proprio mangia allenatori, tiene in alto la squadra, e sfiora nuovamente l’impresa europea con Tabarez in panchina appena due anni dopo. Poi il sogno Trapattoni, un Cagliari che con il suo presidente voleva volare in alto e che invece costrinse il Trap a dover dare le dimissioni per richiamare a salvare la nave che affondava il buon Giorgi che riuscì nell’impresa, altro che sogni di gloria. Poi il drammatico spareggio di Napoli che costò la serie B, l’immediato riscatto targato Ventura e poi di nuovo giù in B con Ulivieri. Ecco quindi gli anni più difficili, lo spettro della serie C, la chiamata disperata che arriva e salva il Cagliari. Il 2004 è quello del ritorno in serie A.
Il Cagliari capitanato da Gianfranco Zola, cambia allenatore durante la stagione, e ottiene la promozione grazie anche a Reja che sostituì Ventura, unico allenatore dell’epoca celliniana ad esser comunque riuscito a terminare due campionati di fila sulla panchina del Cagliari alle dipendenze del vulcanico imprenditore sanlurese. Da allora sempre e solo serie A, nonostante lo spavento della stagione 2007/2008, quando dopo un’autentica girandola di allenatori, Ballardini riuscì nel miracolo di salvare il Cagliari di fatto per tutti –compreso lo stesso Cellino – spacciato già alla fine del girone di ritorno. Da quel Cagliari nasceva l’irriverente e divertente Cagliari di Allegri, sempre in odore di Europa, sempre frenato dal presidente, dicono i più maligni. Poi gli ultimi anni, stagioni da 40 punti e poi ci fermiamo, infine l’esplosione del caso stadio, la decisione da parte di Cellino di portare la squadra a Trieste, poi il sogno infranto di Is Arenas, il carcere per Cellino, poi nuovamente la squadra in esilio, infine il ritorno in ciò che resta del Sant’Elia per soli 4798 anime rossoblù. E ancora, il presidente rock che si innamora dell’Inghilterra, acquista il Leeds United, gli dichiara vero amore, “abbandona” la povera 500 rossoblù e infine scende dalle montagne russe e lascia il Cagliari in mani a stelle e strisce. In bocca al lupo presidente, non corra troppo con la sua Ferrari, è sempre pericoloso.












