Passa tutto per un punto chiave: “Il buon senso”. Gianni Chessa, assessore regionale del Turismo, interviene sul tema delle spiagge “limitate” per l’estate 2020. Inail e Iss hanno già inviato i loro consigli, tra distanziamenti sociali e obbligo di controlli. Obbiettivo: prevenire possibili nuovi contagi da Coronavirus. Qualche sindaco sta già studiando il metodo migliore per contingentare gli ingressi e a Cagliari, dopo la proposta ritirata da Confesercenti non c’è ancora una linea chiara: “Spiagge a numero chiuso? Non è stato ancora deciso nulla, sono solo proposte. L’unico punto fermo è la distanza sociale, e sarà difficile da gestire. Chi controllerà tutti i bagnanti del Poetto? Basta con gli slogan che lasciano il tempo che trovano, la gente è spaesata. Le spiagge restano libere”, afferma Chessa, “a giorni la Regione comunicherà la ripartenza, contiamo di chiudere il cerchio entro venerdì, anche per albergatori e ristoratori. La gente non potrà andare al mare a giorni alterni, come le auto: serve il buon senso di tutti i sardi, dovranno rispettare le regole sanitarie per una vacanza sicura, la Sardegna la dobbiamo vendere e mantenere sicura”.
E per il lungomare cagliaritano? “Abbiamo la fortuna di avere nove chilometro di costa, con Quartu”, osserva l’assessore, “e anche abbastanza larga. Spesso le persone stanno nei primi dieci-quindici metri, vuol dire che staranno ancora più arretrati ma non sarà una spiaggia per pochi. I dati stanno migliorando e si allentano le maglie delle restrizioni. I turisti dovranno arrivare sani e ripartire sani”, dice l’esponente della Giunta Solinas. E per i cagliaritani e i sardi? “Quanti vigili urbani servirebbero per controllare tutte le coste sarde? Non possiamo finirla col chiedere a due persone se sono marito e moglie o fidanzati, e poi distanziarli. Ripeto, basta il buon senso e la grande responsabilità dei sardi”.










