Il Pacinotti nella bufera cancella le frasi su stranieri e contesto medio-alto della scuola

E’ una delle migliori scuole di Cagliari e della Sardegna, in queste ore accusata di razzismo e classismo dopo la presentazione pubblicata sul sito, peraltro nel pieno del periodo di orientamento scolastico. Secondo i dirigenti si tratta di un format ministeriale che si sono limitati a compilare, ma sui social si è scatenata una pesante polemica


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Il Pacinotti è nel pieno della bufera. Con accuse pesanti: razzismo e classismo. Un caso iniziato in sordina e poi esploso per le sempre più numerose critiche mosse soprattutto dagli ex studenti che si sono scatenati contro una scuola di cui, è il concetto generale, finora sono sempre stati orgogliosi. Ma cosa è successo? Nel sito della scuola, nella zona riservata alla presentazione dell’istituto, fino a qualche ora fa si leggeva testualmente: “Il contesto maggioritario di provenienza degli studenti è di tipo medio-alto. Gli studenti stranieri sono una piccola minoranza, appartenenti a poche etnie” (sarebbero circa 40 su un migliaio di ragazzi).  Il Liceo raccoglie studenti provenienti dall’area vasta di Cagliari e da alcuni centri lontani dal capoluogo. Esiste un rapporto fiduciario fra le famiglie degli alunni e l’Istituto, che accoglie spesso più componenti della stessa famiglia (fratelli/sorelle e/o cugini) e molto spesso annovera gli stessi genitori fra gli ex studenti di questo Liceo. Poche righe per far esplodere una vera e propria bomba social. “Questo è quello che scrive il Pacinotti, la mia scuola, di cui sino a qualche ora fa son sempre stato onorato di averne fatto parte e di essere stato il suo rappresentante degli studenti. Lo schifo e la rabbia che provo verso questa combo di razzismo e classismo è altissima. Spero che lunedì gli attuali studenti protestino vivamente per proteggere la Scuola, quella che più di ogni altra cosa dovrebbe essere il più limpido esempio di egualità”, scrive Simone Ruggiu su Facebook. Ed Enrica Ena: “Lo so, lo so, niente di nuovo, né per i contenuti del messaggio, né per l’Istituto che lo ha confezionato, la cui utenza è ben nota da sempre (anche di questa si dice con chiarezza). E so anche che la risposta che arriverà immediata riferirà di una semplice e obiettiva analisi di contesto.  Ma mi mette tristezza, e finché queste cose mi metteranno tristezza mi sentirò sana e continuerò a segnalarle a voce alta. D’altro canto, potrebbe essere la scuola migliore del mondo, che mio figlio non ce l’avrei mai mandato. Allo staff consiglio l’ultimo libro letto alla mia classe: “La bambina tutta verde” di Gherardo Colombo. Mi sbaglierò di sicuro, ma io leggo troppo amore per un mondo monocromatico”. E i messaggi come questo sono centinaia.

 

Nel pomeriggio, quelle righe sono sparite dal sito della scuola. Cancellate dopo le polemiche che ha travolto l’istituto, considerato uno dei migliori di Cagliari e della Sardegna. Un brutto scivolone? I dirigenti minimizzano, spiegando di essersi limitati a compilare un format ministeriale. Ma tant’è: sarà pure un format, ma delle ministeriali frasi sotto accusa non è rimasta nessuna traccia.

 


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