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“Il mondo è cambiato, problemi nuovi hanno bisogno di soluzioni nuove. Solo attraverso politiche moderne possiamo restituire alla Sardegna la speranza, e ai giovani e ai disoccupati un futuro di lavoro”.
Con queste parole, il presidente della regione Francesco Pigliaru, ha concluso questa mattina il suo discorso nella terza riunione del nuovo consiglio regionale, dove ha presentato la sua linea programmatica.
L’ obiettivo principale del nuovo governatore è ricreare la fiducia nella politica e riconquistare quella ormai persa dai cittadini. “Una politica a servizio dela comunità” è il primo compito condiviso indicato da Pigliaru ai consiglieri regionali della XV legislatura.
Tante le sfide, alle quali deve far fronte per risollevare una “Sardegna impoverita ed esausta con grosse difficoltà a rialzarsi”. Si parte dalla qualità e trasparenza istituzionale. “Abbiamo di fronte una sfida storica, – ha annunciato il Presidente -prima di tutto mettere ordine nelle istituzioni che sono sotto il nostro diretto controllo. La Sardegna è un sistema debole anche per grandi responsabilità proprie. Troppo spesso persone non all’altezza della situazione sono state messe in ruoli di responsabilità, seguendo logiche di premio della militanza, logiche indifferenti a competenza ed efficienza. Sono scelte sbagliate che non intendo ripetere. La parola d’ordine è “qualità istituzionale”, che significa trasparenza, semplificazione, valutazione delle politiche”
Necessario sarà “puntare ad un’amministrazione trasparente”. “Requisito fondamentale dell’alta qualità istituzionale e per questo già dalla prima riunione di Giunta abbiamo reso le delibere immediatamente consultabili nel sito della Regione – ha spiegato Pigliaru – come trasparenti saranno le nomine di cui abbiamo la responsabilità. Fonderemo la nostra azione sulla filosofia dell’open data, al fine di costruire una reale partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.”
Fra le grandi questioni fondamentali, risolvere la vertenza con lo Stato per la partita Patto di Stabilità. “Finora all’incremento delle entrate ottenuto nel 2006, lo Stato non ha fatto seguire un proporzionale adeguamento dei limiti di patto. Il risultato clamoroso è che il rapporto tra spese consentite dal Patto ed Entrate tributarie accertate è crollato da valori medi del 70% negli anni 2007-2009 al 43% del 2013. La illegittimità di questo comportamento dello Stato è stata riconosciuta dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 118/2012 che ha richiesto un adeguamento dei limiti di spesa imposti alla Sardegna.”
Attenzione particolare sarà rivolta all’Istruzione. “Oggi, in Sardegna, 1 ragazzo su 4 non completa la scuola dell’obbligo, 5 su 6 non raggiungono la laurea. Sono dati inaccettabili per una regione europea. Da una crisi profonda e strutturale come quella che stiamo vivendo si esce prima di tutto impegnandosi da subito per il futuro dei nostri ragazzi, che sono il futuro per tutti noi. Come ci insegnano i paesi ad alto reddito e bassa disoccupazione, una popolazione istruita è la migliore assicurazione contro i rischi di una economia globale che cambia continuamente”.
Ambiente. “Vogliamo ridurre le emissioni e uscire dal carbone e usare il gas. Vogliamo produrre meno rifiuti, continuare a differenziare molto, riutilizzare di più, bruciare sempre meno, e finirla con le discariche. Gradualmente, ma con decisione. “
Lavoro . “Il secondo pilastro per affrontare la crisi senza farsene travolgere è rendere il proprio sistema produttivo flessibile per consentire alle imprese di usare le trasformazioni del mercato e della tecnologia come occasioni di nuovo sviluppo.”
Il terzo pilastro della giunta Pigliaru sarà creare un ambiente favorevole alle imprese private e ai loro investimenti. In poche parole meno burocrazia e una ridotta pressione fiscale.
Punto fondamentale nella sua linea programmatica sarà la parità di genere. “La discriminazione che di fatto caratterizza il nostro mercato del lavoro è insieme un’ingiustizia e uno spreco. Creeremo strumenti che consentano alle donne di non dover scegliere tra famiglia e lavoro: reali politiche di sostegno alle famiglie, politiche attive del lavoro a favore delle donne, una cabina di regia sulle Pari Opportunità per definire e individuare i fabbisogni reali e poter pianificare rapidamente interventi mirati. E per quanto riguarda la partecipazione politica, anche in questo caso bisognerà modificare una legge elettorale che ha determinato un risultato del tutto deludente in termini di una equilibrata rappresentanza di genere.”