“Sarebbe stato il giorno del tuo matrimonio. Il giorno della felicità, finalmente. E invece sei lì, sotto terra, mentre la vita fuori scorre come se nulla fosse”. I dubbi sulla morte della guardia giurata si intrecciano con le date, quella del 21 giugno, giorno in cui l’uomo sarebbe convolato a nozze con la fidanzata. L’anello era pronto, appena acquistato, le fedi, invece, erano un dono: niente mancava se non attendere quel giorno prestabilito per festeggiare l’amore. E invece Danilo fu rinvenuto a Santa Gilla il 13 febbraio privo di vita. La sua famiglia mai ha creduto a un gesto volontario “senza colpevoli”, “mio fratello non voleva morire” ha espresso la sorella nella trasmissione “Chi l’ha Visto”. Si indaga per “istigazione al suicidio”, troppi gli elementi che non quadrano: “Aveva un livido nel fianco e all’altezza del polpaccio un segno che sembrerebbe quello di una scarpa” ha spiegato la mamma di Danilo. E ancora: “I piedi toccavano terra, c’è qualcuno che sa ma tace”. Niente purtroppo potrà restituire la vita a Danilo, ma la ricerca della verità è come un atto dovuto per far chiarezza sulla vicenda: aveva tutta la vita davanti a lui, una famiglia che amava immensamente e il matrimonio imminente, deciso con amore, per il quale i preparativi avanzavano spediti.