Per gli appassionati del linguaggio del corpo, la conferenza stampa post elezioni di Matteo Salvini sarebbe stato un caso da manuale. Compresso, imbarazzato, a tratti confuso, gambe mai ferme sotto la scrivania e occhiali girati e rigirati fra le mani mentre ripeteva come un mantra che la colpa dell’inaspettata debacle è della scelta di aver governato con Draghi e il Pd e i 5 Stelle e così via. “Il verdetto è chiaro, gli elettori hanno premiato chi per 5 anni ha fatto opposizione al governo”, ha ammesso Salvini, dicendo però che se tornasse indietro rifarebbe le stesse scelte, imposte da pandemia e guerra e tutte le congiunture drammatiche in cui l’Italia ormai stabilmente veleggia.
Poi Salvini annuncia una inevitabile verifica interna al partito, incontrando tutti i commissari regionali per programmare le prossime candidature e campagne elettorali. E trova l’aspetto positivo in un risultato “che certo non mi soddisfa, quel 9% mi sta qua. Ma almeno l’Italia avrà un governo stabile per i prossimi 5 anni”.
Infine, un accenno al “futuro ministro dell’Interno” fa intuire che, contrariamente a quanto sognava, non sarà lui a tornare al Viminale.












