La difesa di Igor Sollai, il camionista 43enne condannato all’ergastolo e all’isolamento diurno si prepara all’appello. La decisione se percorrere la strada del processo bis sarà presa non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza dello scorso 2 luglio: i suoi legali Laura Pirarba e Carlo Demurtas avranno poi 45 giorni di tempo per pianificare la strategia difensiva.
“La sentenza, come previsto dal dispositivo letto in udienza, verrà depositata nel termine di 90 giorni. Da quella data decorrerà l’ulteriore termine di 45 giorni per la redazione e il deposito dell’appello. Ogni decisione potrà essere assunta solo dopo aver preso compiuta visione degli argomenti che la Corte d’Assise esporrà a sostegno di ogni singolo punto”, dice a Casteddu online l’avvocato Demurtas.
A inchiodarlo, anche una lunga serie di ricerche online: secondo l’accusa, l’uomo avrebbe cercato informazioni su come nascondere un cadavere, scavare una fossa e sugli effetti di un colpo violento alla testa. Tra le ricerche, anche come acquistare cianuro.
Nei giorni successivi al delitto, Sollai aveva utilizzato il telefono della moglie per inviare messaggi a parenti, amici e colleghi e far credere a un allontanamento volontario. Aveva persino compilato online, a nome di Francesca, le pratiche per il licenziamento dal lavoro. Aveva anche acquistato alcune piante, pagate con la carta di credito, con l’intento di coprire il luogo in cui aveva nascosto il corpo.
In aula, al momento della lettura della sentenza, anche i genitori di Sollai: il 43enne aveva confessato il femminicidio a novembre scorso, dopo averlo negato per mesi. Ma non ha mai fatto ritrovare né l’arma del delitto, un martello da muratore, né il telefonino di Francesca.









