Iglesias, il reparto di chirurgia del Cto chiude per ferie: in programma anche “la sospensione dell’attività chirurgica ortopedica dal 18 dicembre 2025 all’ 11 gennaio 2026”.
Daniela Garau: “La decisione, secondo quanto appreso da fonti informali, è niente di più grave e non tollerabile.
Tale blocco, rappresenta l’ennesima negazione del diritto alla salute e alle cure dei cittadini del Sulcis Iglesiente.
La sospensione delle attività chirurgica ortopedica e la chiusura del reparto di chirurgia del CTO non è un evento isolato, ma un atto che rischia di mandare definitivamente al collasso totale la sanità territoriale”.
Infatti, “è irresponsabile pensare che una struttura già “al limite” possa reggere questo ulteriore carico.
Fermare l’attività ortopedica e chirurgica in una struttura semplice dipartimentale per oltre venti giorni significa, oltreché negare un diritto essenziale, allungare liste d’attesa già bibliche e costringere i pazienti a migrazioni sanitarie verso Cagliari o fuori regione, con costi sociali ed economici insostenibili, perché la chiusura di un reparto di supporto in un ospedale come il CTO svuota di senso la funzione stessa della struttura, lasciando la popolazione scoperta durante il periodo festivo, storicamente critico per la gestione delle emergenze”.
Garau chiede alle istituzioni “l’immediata revoca del provvedimento di sospensione e l’individuazione di soluzioni organizzative d’urgenza (comprese prestazioni aggiuntive o comandi di personale) per garantire la piena continuità e sostenibilità delle attività ortopediche e chirurgiche, nonché un piano straordinario di supporto per il Sirai di Carbonia, con la ripresa immediata della completa funzionalità dell’area ortopedica, per evitare il blocco totale del Pronto Soccorso e dei reparti di area chirurgica.
Si rende urgente e improcrastinabile un incontro con i vertici della ASL 7 e l’Assessorato Regionale per discutere la cronica carenza di programmazione che continua a penalizzare il Sulcis Iglesiente.
Non è più tempo di “soluzioni tampone” o di silenzi istituzionali rispetto a decisioni illogiche che rappresentano una interruzione di un pubblico servizio.
La sanità del nostro territorio sta morendo per asfissia organizzativa.
La salute non va in vacanza, e il diritto di curarsi nel proprio territorio non può essere sospeso con provvedimenti unilaterali e ingiusti”.












