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Addio al green pass per consumare ai tavolini esterni, basta quello base sino al trenta aprile per quelli interni. E i ristoratori di Cagliari raccontano dei disagi vissuti negli ultimi mesi per l’obbligo del super green pass e, ora, incrociano le dita per il futuro. Le casse sono semivuote, la crisi morde ancora forte e la clientela non vaccinata, forse, è persa per sempre. Forse. Dal rione cagliaritano della Marina arrivano testimonianze dirette di situazioni di caos tra gestori costretti a fare accomodare dentro, sino a due giorni fa, solo chi si era vaccinato o era guarito dal virus, e persone sprovviste della certificazione verde rafforzata che sono arrivate a “minacciare” i titolari dei locali. Agostino Sassone, uno dei gestori di un ristorante di via Barcellona, lo racconta mettendoci la faccia: “Certo, sono contento che si stia andando verso la normalità. Mi ha fatto male decidere chi potesse entrare e chi no, è capitato che qualcuno volesse entrare senza super green pass e mi abbia minacciato, dicendo che fosse colpa mia. Volevano farmi causa perchè, per loro, non potevo controllare il green pass. Capisco il loro disaccordo, molte regole sono state assurde”, afferma. “Gli affari sono in calo, potrei far leggere tutti i messaggi di clienti che non vengono più perchè non sono potuti entrare. Diciamo che anche la guerra ha creato questo clima di paura, anche di spendere. Alla fine siamo stati quelli più colpiti, nel mio caso gli affari sono crollati del trenta per cento”, sostiene. “Spero che ora finisca la guerra e che torni il turismo, con Pasqua e Sant’Efisio. Noi ristoratori ce la mettiamo tutta e cerchiamo di non fare pagare al cliente i rincari”.
Incrocia le dita anche Marco Milia, titolare di due focaccerie, in via Napoli e via Garibaldi a Cagliari: “Addio green pass? Era ora, non ne possiamo più. La nostra categoria è stata la più colpita. Ora vogliamo lavorare, venite in tanti, uscite, prendete le giuste precauzioni, stiamo tutti distanziati. Per me la gente non ha paura”, dice, “uno la paura se la crea. Le persone sono stanche di questa situazioni, vogliono ricominciare a vivere. Le nostre casse sono vuote e ci sono bollette alte e ristori che attendiamo ancora da due anni. Avevano promesso che nessuno sarebbe rimasto indietro e invece in tanti hanno chiuso. Ogni attività chiusa è una coltellata al cuore per la città. Ora usciamo dalla paura”, prosegue Milia. “Sono convinto che il Governo ci aiuterà, vediamo cosa succederà nei prossimi due mesi. I prezzi? Li ho ritoccati, era doveroso dopo dieci anni che erano fermi. La gente, ripeto, ha voglia di stare insieme ed uscire. E alla Marina servono più pulizia e controlli. I ragazzini che bevono sono un problema sociale e di sicurezza perchè sono molesti. Un 16enne o un 18enne ha già la forza di un uomo, se beve perde la testa e fa danni. Il Comune non deve controllare i nostri tavoli ma chi vende abusivamente gli alcolici”.