Sono a Senago, in quella casa che si è trasformata da nido d’amore in luogo dell’orrore in poche ore. Gli inquirenti sono nella casa dove fra qualche settimana sarebbe nato Thiago, il figlio di Giulia Tramontano, se non fosse stato ucciso insieme a sua madre dal padre Alessandro Impagnatiello. E’ lui dal carcere a guidare le mosse degli inquirenti, è stato lui a indicare dove trovare il coltello con cui ha ammazzato la povera Giulia. L’ha raccontato al suo compagno di cella, che il coltello è ancora lì nel ceppo sopra il frigo, e chissà come lo ha detto e come ha raccontato l’orribile delitto che ha confessato.
Intanto, il suo legale ha deciso di mollare: non lo rappresenterà più, ha revocato il mandato. E si fa sempre più strada un’ipotesi che l’accusa non vuole neanche sentire, quella della perizia psichiatrica per verificare che Alessandro sia capace di intendere e di volere, alla luce dei dettagli sempre più scabrosi e raccapriccianti che stanno venendo fuori con il passare delle ore, per esempio il fatto che Alessandro volesse uccidere anche l’amante perché si era accorto che lei aveva intuito quello che era successo.
Distrutta la famiglia di Giulia, che sin dal primo momento non ha creduto all’allontanamento volontario della figlia e ha temuto il peggio. Venerdì 9 giugno sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Giulia. Qualche giorno dopo, non ancora fissati, i funerali.













