Tira un’aria sempre più nera dalle parti dell’assessorato regionale della Sanità. L’incontro legato al tentativo di raffreddamento avvenuto tra il Nursing Up guidato da Diego Murracino e i vertici della sanità sarda (presenti il direttore generale dell’assessorato Luciano Giovanni Oppo e Emanuele Cocco, consulente in rappresentanza dell’assessore Bartolazzi) è andato male e ha portato gli stessi infermieri ad annunciare lo sciopero generale in tutta la Sardegna. Va solo definita la data, sarà sicuramente a novembre. Nessuna intesa sulla perequazione dei fondi contrattuali, le posizioni sono rimaste sempre distanti. Da un lato, stando a quanto si apprende, dalla Regione hanno affermato di riconoscere la veridicità dei tanti sos lanciati da infermieri, ostetriche e gli altri operatori santiari in servizio negli ospedali isolani, ma tutto all’improvviso si è impantanato. “Non poteva essere altrimenti”, afferma, furibondo, Murracino. “La volontà della Regione è di dare risorse in generale e non destinate a ridarci una dignità e stipendi adeguati ai livelli europei. I nostri colleghi prendono non meno di tremila euro, noi siamo sempre fermi alla metà esatta. Non si possono mettere soldi in maniera uguale e dando lo stesso beneficio a un elettricista, un autista o un cuoco che operano in un ospedale e a noi infermieri”, spiega, a Casteddu Online, Diego Murracino. Da qui la promessa di battaglia e di sciopero.
“Con gli stipendi più bassi ce la giochiamo con la Grecia, assurdo. Lavorare in condizioni di sovraccarico aumenta esponenzialmente il rischio di errori a danno della salute dei pazienti per i quali gli stessi professionisti sanitari devono rispondere personalmente in sede risarcitoria. Le continue modifiche degli schemi di turnazione rendono impossibile la pianificazione della vita extralavorativa con ripercussioni negative sulla qualità della vita. Gli stipendi offerti dal servizio sanitario regionale in Sardegna sono i più bassi d’Italia, ben lontani dagli stipendi adeguati alla formazione universitaria e alle conseguenti responsabilità. Quanto descritto danneggia quotidianamente la dignità professionale e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori arrivando oggettivamente ad una pessima qualità generale della vita tanto da indurre parte del personale alle dimissioni per andare verso il privato o lasciare definitivamente le professioni sanitarie. Il confronto odierno con la direzione dell’assessorato regionale alla Sanità non è andato oltre la constatazione di fatto della drammatica situazione in cui versano gli ospedali della Sardegna”, chiosa Murracino. “In assenza di un piano strategico specifico da parte della Regione Sardegna, finalizzato ad affrontare l’emergenza infermieristica per dare dignità alle professioni sanitarie e migliorare le retribuzioni, il confronto si chiude con esito negativo. Il Nursing up a breve riunirà i quadri sindacali regionali per pianificare le prossime azioni, sciopero compreso.









