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Le ruote del loro jet privato, un Legacy 650, hanno toccato la pista dell’aeroporto di Elmas ieri sera, alle 19:30, dopo la partenza da Birmingham, in Inghilterra. Stavolta, però, non è stato necessario riaccendere il motore dopo qualche ora per fare marcia indietro. Il gruppo di americani e la loro amica sarda, la 37enne Federica Fanari, a una settimana esatta dal respingimento per le regole internazionali legate al Coronavirus, hanno potuto varcare l’uscita dello scalo cagliaritano. Un viaggio d’affari, anche, quello della comitiva: tra loro ci sono anche dei bambini. Presenti, al loro arrivo, i legali Corrado Maxia e Matteo Porcu, che stanno tutelando sia gli americani sia l’imprenditrice di Oristano. Ed è proprio il fatto del “business” ad avergli permesso di sbarcare tranquillamente nell’Isola. A bordo del jet erano in dodici: la Fanari, l’investitrice americana Nasiba Hartland-Mackie, i suoi tre figli minori, poi un neozelandese, due inglesi, un tedesco. Dodici, in totale, tra adulti e minorenni: cinque, appunto, americani.
Come confermano i loro legali, l’intento degli americani è quello di fare investimenti. Non in Costa Smeralda, ma nel sud dell’Isola, probabilmente nella zona di Villasimius. La stessa Fanari, infatti, intervistata da Casteddu Online, lo scorso due luglio aveva spiegato di “aver prenotato una casa” proprio a Villasimius. Il Tar, sul fatto, tornerà a esprimersi il cinque agosto prossimo, dopo aver dato ragione agli investitori: “Potevano venire in Sardegna”. Ciò che è sicuro è che, come confermato con il ricorso, ci sarà la richiesta di danni al ministero degli Interni.