Giulia Tramontano, parla Impagnatiello: “Ho agito senza controllo. Una parte di me non voleva credere a ciò che era successo”

“Giulia è entrata in casa e c’era un clima distaccato. Abbiamo parlato un quarto d’ora senza toni accesi. In quel momento lì non potevo trovare più giustificazioni, non potevo più trovare altre verità. Giulia era la mia vita, mi disse che se ne sarebbe andata via di casa, che sarebbe tornata a Napoli e che io di quel bambino non avrei mai più avuto notizia….”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

È passato un anno da quando una splendida 29enne, Giulia Tramontano, è stata uccisa insieme al suo piccolo Thiago che portava in grembo. Un omicidio atroce e senza pietà commesso dal suo compagno, il barman Alessandro Impagnatiello, che oggi ha voluto parlare in aula. Il barman, come riportato dal Corriere della Sera, descrive una Giulia ormai decisa sul futuro, suo e del suo bambino, in cui lui non era più incluso.  “Giulia è entrata in casa e c’era un clima distaccato. Abbiamo parlato un quarto d’ora senza toni accesi. In quel momento lì non potevo trovare più giustificazioni, non potevo più trovare altre verità. Giulia era la mia vita, mi disse che se ne sarebbe andata via di casa, che sarebbe tornata a Napoli e che io di quel bambino non avrei mai più avuto notizia, non avrei mai saputo se avesse avuto gli occhi chiari o castani. Tirava fuori la realtà dei fatti nel confermarmi che la nostra relazione era finita e che non avrei mai visto il bambino. Così, ha distrutto definitivamente ogni mia ancora di salvataggio, ogni appiglio a cui potere aggrapparmi”. Nel mentre, Impagnatiello continua a pensare e cercava di tenersi occupato mangiando pur non avendo appetito. Poi, l’aggressione.  “Giulia mi ignora. Io mi muovo, vado verso la cucina, vedo che c’era questo coltello con cui stava tagliando delle verdure mentre era china in soggiorno per prendere un cerotto da un cassetto in basso di un mobile in quanto si era tagliata”, racconta Impagnatiello, “e mi metto immobile alle spalle in attesa che si rialzi per tornare in cucina, l’ho colpita all’altezza del collo, ma non so con quanti colpi. Lei prima si è voltata”. Il barman descrive una serie di gesti definiti come “senza logica” commessi subito dopo l’omicidio. “Era come se cercassi di nascondermi e di nascondere tutto ciò che si era manifestato quella sera. Quindi, avvolto completamente da uno strato di insensata follia, di illogica, di pazzia totale, tentai di far sparire letteralmente sparire il corpo di Giulia”.

Parole che sembrano presupporre una strategia difensiva che porta verso un tentativo di semi infermità mentale per evitare l’ergastolo. Impagnatiello ha anche spiegato, come spiegato dall’Ansa, quando e perché ha provato a dare fuoco al corpo ormai senza vita di Giulia. “Tentai di dare fuoco al corpo di Giulia, utilizzando prodotti infiammabili per fare le pulizie”, “voleva renderla cenere”. Ha precisato che ha pulito l’appartamento con vari sgrassatori e che nessuno lo ha aiutato in nessuna delle fasi dell’omicidio. Impagnatiello ha più volte definito le sue azioni “ipnotiche, confusionali, c’era una parte di me, una minuscola parte di me, che era viva e cercava aiuto. Era come se quella parte cercasse di essere vista da qualcuno perché spostare il suo corpo per quattro rampe di scale in una palazzina dove ci sono famiglie, era come se cercassi di fare in modo che qualcuno mi vedesse, mi scoprisse, mi fermasse, chiamasse la polizia e interrompesse tutto”. A carico di Impagnatiello ci sono vari e gravi capi d’accusa: omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi, rapporto di convivenza, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. “Ho somministrato il veleno per topi a Giulia mentre dormiva, qualche chicco, per due volte nella prima metà di maggio. Ma non per farle del male, ma per provocare un aborto” ha spiegato. “Non è stata una cosa continuativa. È avvenuto a maggio è in due occasioni, a distanza breve” . L’omicida ha anche parlato di come l’incontro di Giulia e la sua amante lo avesse agitato: “Nella mia testa si è creata una spaccatura tale che non capivo più nulla. Giravo per casa, sono uscito, vagavo attorno all’abitazione, fumavo cannabinoide, cercavo di mangiare, ma non sono riuscito, mi sono fatto una doccia”. Intanto, Giulia e Thiago saranno ricordati stasera a Senago, con una commemorazione aperta a tutta la cittadinanza organizzata dal Comune e dalla Comunità Pastorale San Paolo Apostolo.


In questo articolo: