Lo stipendio? “Netto, in busta, sono 1300 euro. Poi, però, nel caso il vitto e l’alloggio lo pago sempre io, e sono altre spese fuori contratto”. Lazzaro Asuni, titolare di “Da Barbara”, storico ristorante di Solanas, è riuscito a completare la sua brigata per miracolo. È di pochi giorni fa l’appello, l’ennesimo, per l’inserimento immediato, con a contorno una nota polemica: “Buongiorno a tutti, il Ristorante da Barbara a Solanas ci comunica che nonostante le varie candidature, molti non si presentano ai colloqui o abbandonano senza preavviso”. E, a pochi giorni dai primi pienoni turistici, il rischio era troppo grosso: “Alcuni camerieri storici, cioè che lavorano con me da anni, sono giovani, tutti gli altri dipendenti sono adulti. Si è fatta viva anche una donna di cinquantacinque anni, che vive nei dintorni di Cagliari e che dovrò incontrare tra pochi giorni. Ha disperato bisogno di lavorare, dovrò valutarla e assumerla”. I titoli, probabilmente, la donna ce li ha, esperienza inclusa. Ci sarà anche lei, quindi, a servire i turisti e i sardi da giugno sino a fine settembre. Ma resta il problema dei giovani, totalmente scomparsi.
“Hanno anche il giorno di riposo garantito. Il fatto è che molti non hanno esperienza, se cerco un cameriere non basta saper fare il lavapiatti”, rimarca Asuni. E, sorvolando sulla conoscenza delle lingue straniere, su tutte l’inglese, resta la “strana” fuga dopo un primo contatto: “La paga che offro è quella che offrono tutti gli altri, da contratto collettivo nazionale”. 1300 euro in busta paga, con la possibilità di mangiare e dormire a spese del titolare di “Da Barbara”. Che, tuttavia, vista la penuria di assunzioni giovani, forse riuscirà a risparmiare proprio su queste due voci. Ma il problema di un’intera fascia della popolazione che non riesce più a sostenere un colloquio di lavoro nella ristorazione rimane.