Grande commozione questa mattina all’Università di Padova, dove si è da poco conclusa la cerimonia per la consegna della Laurea in Ingegneria Biomedica a Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta lo scorso novembre. Giulia avrebbe dovuto laurearsi il 16 novembre, pochi giorni dopo la sua scomparsa, se questa gioia e soddisfazione non le fosse stata tolta per sempre, insieme alla sua vita. Oltre alla sua famiglia (il padre Gino, la sorella Elena e il fratello Davide), hanno presenziato alla cerimonia anche la ministra Anna Maria Bernini e la rettrice Daniela Mapelli. Una laurea vera e propria, non ad honorem, come ha specificato il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione, Gaudenzio Meneghesso: “ Non è stato un risarcimento, questa laurea era già sua”. Verrà intitolata a Giulia Cecchettin anche un’aula della facoltà di Ingegneria Biomedica dell’ateneo, perché “Imperativo è ricordare, ma anche fare: il 2024 è iniziato con workshop su tematiche di genere e abbiamo avviato un corso su equità e inclusione”, ha spiegato. “Oggi con la consegna della laurea alla dottoressa Giulia Cecchettin, vogliamo celebrare la vita”, ha chiosato Meneghesso.
Atteso e toccante l’intervento del papà Gino: “Penso che la laurea sia un atto di riconoscenza dovuto.” – ha detto Cecchettin. “Almeno per oggi vorrei che il tuo nome non fosse ricordato solo per l’orrore che ti è capitato ma anche per la tua generosità. La tua determinazione per lo studio mi ha insegnato tanto. La scelta della tua Facoltà mi lasciò perplesso ma grazie alla lettera di una tua prof del liceo ho cambiato idea. Ti mettesti a piangere perché volevi fare Lettere ma volevi frequentare un percorso che ti aiutasse nel lavoro. Non mi ero mai reso conto del gigante che tu fossi: ci manchi più dell’ossigeno. Grazie per aver condiviso il tuo calore e la tua generosità”.
Commosse e piene d’amore anche le parole della sorella di Giulia, Elena: “Sono fiera di te e ti ho sempre ammirata. Mi sentivo sempre inclusa con te. Riuscivi sempre a essere lucida e comprensiva, per te e per noi. Oggi non dimentichiamo cosa avresti potuto fare se non ti fosse stata negata la possibilità. Non mi scorderò mai di quello che eri e che hai fatto. Complimenti ingegnere”.













