Da oltre 48 ore si trova ricoverato all’ospedale Brotzu, Mateo Loddo. Scomparso da piazza Yenne sabato scorso, sino all’alba di oggi, per tutti, era come un fantasma. Grazie all’interessamento dell’avvocato Gianfranco Piscitelli della onlus Penelope è stato possibile scoprire che fine avesse fatto il giovane. Ma la rabbia, da parte di Piscitelli, è tanta: “Poteva essere l’ennesimo caso di cadavere non identificato. Mateo Loddo è stato investito sabato notte in via Riu Mortu a Monserrato, non aveva documenti e nemmeno il cellulare. I genitori volevano denunciare la scomparsa già domenica ma l’hanno potuto fare solo lunedì come previsto dalla procedura per scomparsi maggiorenni. In effetti, però, nello stesso momento della comunicazione, anche telefonica, è prevista la partenza immediata di ricerche da parte della questura o dei carabinieri indipendentemente dall’attivazione del piano ricerche, cosa che in effetti è stata fatta. Per quanto attiene, era arrivata la comunicazione da parte della Polstrada dell’incidente, solo che con le regole anti Covid non è stato possibile entrare in ospedale a fare la foto al ragazzo, da comunicare per l’attivazione del piano provinciale delle ricerche. Sono stato io ad allertare la prefettura con una Pec, non era ancora partito il piano di ricerche”, afferma Piscitelli.
“Ora i genitori del 19enne sono in ospedale, lui sta bene e non sembra trovarsi in pericolo di vita. Assurdo, i genitori non sapevano nulla di lui per tre giorni: non è possibile che la mano destra non sappia quello che fa la sinistra. In America, per ogni scomparso, si attiva un robusto piano di ricerche, supportato anche da video. Quando una persona scompare, il suo destino spesso è legato alla rapidità e all’immediatezza delle ricerche”.










