Giornata della memoria 2019, anche la Sardegna sceglie di non dimenticare gli orrori della Seconda guerra mondiale. L’Olocausto: milioni di ebrei deportati nei campi di concentramento, Rom, Sinti, omosessuali, anche tanti italiani catturati e portati a morire nei lager nazisti. Marco Sini, coordinatore regionale dell’Anpi, ha promosso una serie di visite nelle scuole da parte di alcuni partigiani sardi: “La Shoah, con i sei milioni di ebrei morti nei campi di sterminio tedeschi, i cinquecentomila Rom e Sinti, ma anche molti italiani che si sono opposti al fascismo e al nazismo e che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 hanno scelto di non continuare a combattere con i tedeschi”, osserva Sini, “tutti internati nei lager. Grazie al contributo dei partigiani sardi ancora in vita abbiamo organizzato una serie di incontri nelle scuole, i ragazzi devono coltivare la memoria”.
E Sini è sicuro nell’individuare chi, a settantaquattro anni esatti dall’ingresso delle truppe russe ad Auschwitz, mette in dubbio o addirittura nega l’Olocausto: “Dall’avvento di Berlusconi e del berlusconismo alcune forze di centrodestra, tradizionalmente collocate su posizioni democratiche ed antifasciste, hanno tentato di sminuire la portata della Resistenza e della lotta dei partigiani, così come del venticinque aprile”, dice il coordinatore regionale dell’Associazione nazionale partigiani italiani. “Dal 2006 ci si può iscrivere nella nostra associazione anche se non si è stati partigiani, bisogna ovviamente condividere l’antifascismo, trasmetter la memoria delle lotte fatte per la Costituzione e difenderla”.










