I suoi weekend, negli ultimi sette anni, non sono mai stati all’insegna del relax ma del lavoro. L’unico, nei fatti, che aveva: ambulante nella zona di piazzale Trento a Cagliari. “Ho pagato per esporre dentro l’area del mercatino per quattro anni, ma mi sono anche arrangiato nelle stradine laterali. Dentro il mio furgone c’era di tutto, dai libri ai soprammobili sino ai vestiti, tutta roba mia”, precisa sin da subito Giorgio Atzori, 46enne di Quartu Sant’Elena. Anche lui è uno dei tanti ambulanti che, da ieri, da quando il Comune ha detto “mai più” al mercatino di piazzale Trento, non sanno dove sbattere la testa. “La mia compagna non lavora e ho cinque figli, due sono piccoli. Dovevo stare in piedi dalle nove di sera del sabato per avere lo spazio sicuro, il mercatino non finiva mai prima delle 14.30-15 della domenica. Sono a un passo dal fare la fame, mi sto arrangiando curando qualche giardinetto, sino a qualche anno fa ero giardiniere, poi ho perso il lavoro. Devo pagare ogni mese 400 euro di affitto per una casa di ottanta metri quadri. L’assessore Sorgia ha detto che aiuterà tutti noi? Avrebbe dovuto farlo prima, trovando un altro spazio e non chiudendo il mercatino all’improvviso”, afferma Atzori.
“Siamo centinaia di persone, quasi tutti con una famiglia da mantenere. Cerchiamo solo di sbarcare il lunario, tra noi ci chiamiamo ‘invisibili’. Ecco, ora lo siamo ancora di più. Il Comune ci ha tolto la dignità e l’orgoglio. Serve una soluzione con la massima urgenza, se non si sblocca nulla, tra poco, non riuscirò più nemmeno a potermi permettere di avere ancora la casa”.










