Continuano le indagini ed emergono ancora novità sul caso Garlasco. Per la prima volta dopo 18 anni si esamina la spazzatura ritrovata in casa la mattina del delitto, il 13 agosto 2007. E da ciò che risulta, il dna emerso appartiene solo alla vittima, Chiara Poggi. Secondo quanto riferito da “Il Corriere della Sera”, sul piattino di plastica, sul piccolo sacchetto azzurro dell’immondizia e sulle linguette dei due Fruttolo i tamponi eseguiti giovedì scorso negli uffici della Scientifica della questura di Milano hanno rivelato appunto la presenza solo del dna di Chiara, tranne che per una sola traccia, appartenente ad Alberto Stasi. La traccia dell’allora 23enne fidanzato di Chiara è stato rilevato sulla cannuccia di plastica del brick dell’Estathé.
Stessa cosa hanno rivelato gli esami sul sacchetto dei cereali per la colazione, a parte un pelo che ancora non si sa se sia umano o animale: anche in questo caso le tracce sono riconducibili solo alla vittima. Questi importanti dettagli erano stati in parte dall’avvocato di Stasi, Antonio De Rensis, che ospite del programma di rete 4 Zona Bianca ha spiegato che “sulla cannuccia” del brick di tè freddo“potrebbe, dobbiamo usare il condizionale ancora, esserci traccia” del Dna di Stasi, mentre “solo sulla pellicola del Fruttolo potrebbe esserci il Dna di Chiara, come anche sul piattino e sulla confezione dei cereali”. Con “tutti i condizionali possibili e immaginabili”, ha detto ancora il legale, “diciamo che relativamente alla spazzatura potrebbero esserci delle indicazioni che, lette nel modo giusto, sono interessanti”, spiegando anche che Stasi “ha detto che ha sempre bevuto l’Estathè”.












