Nessuna sorpresa, nessuna soluzione in notturna, nessun colpo di scena. Dopo l’incredibile giornata di ieri al Senato, con lo strappo di Forza Italia e Lega che si è aggiunto a quello dei 5 Stelle, tutto è andato come previsto. Il premier Draghi si è presentato alle 9 alla Camera dei deputati per annunciare la sua decisione di salire al Colle dal capo dello Stato per confermare le sue dimissioni alla luce del risultato di ieri in Senato. Accolto da una vera e propria ovazione, tutti in piedi ad applaudire per lunghi minuti, Draghi si è commosso e non è riuscito a parlare. “Anche i banchieri qualche volta usano il cuore, a volte”, ha detto quando ha ripreso la parola.
Subito dopo, il colloquio con Mattarella che ha preso atto della situazione ormai irreparabile e il comunicato ufficiale del Quirinale che scrive ufficialmente la parola fine: “Il governo resta in carica per gli affari correnti”.
Per il pomeriggio sono convocati al Colle i presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico, ai quali Mattarella comunicherà l’avvio della procedura per lo scioglimento delle Camere. Sarà poi fissata la data delle elezioni, il 2 o il 9 ottobre le più probabili.
Intanto, la situazione politica franata in poche ore ha mandato in tilt le Borse e in fibrillazione i mercati. Il che significa, tradotto nella vita reale, più costi, più spese, più debiti e più instabilità per i cittadini.













