di Sara Panarelli
Quanta tristezza i furbetti del vaccino: medici, infermieri, forze dell’ordine, dirigenti. Senza limiti, senza pudore: ma davvero non sappiamo vivere con un po’ di dignità? E no, non ci riusciamo proprio a vivere con dignità. Non ce la facciamo a rispettare le file e le regole. C’è sempre un’occasione, di questi tempi, per dimostrare di essere più furbi degli altri, antico vezzo e vizio italico di cui proprio non riusciamo a liberarci. Inguaribili e ostinati, allergici all’attesa, instancabili nel cercare la via di fuga e quelle per arrivare prima dell’altro, imperterriti tocchiamo il fondo e ci scaviamo fino a sfinirci. Il profilo di quella parte del genere umano tracciato oggi dal procuratore di Oristano Enzo Domenico Basso e dal maggiore dei carabinieri Nadia Gioviale, capo dei Nas di Cagliari, ha dell’inquietante.
Fa venir voglia di andarsene a vivere su Marte, allontanandosi mille miglia da una società malata, corrotta, superficiale. Da una società dove non esistono più valori, e non esistono sentimenti buoni e compassione. Medici e infermieri, glorificati per aver scavato a mani nude nel pieno della pandemia, si sono lasciati vincere dalle debolezze umane e, stando a quanto hanno ricostruito le indagini, hanno messo su un sistema di vaccinazioni a proprio uso e consumo. Parenti e amici chiamati e fatti andare di prima mattina a vaccinarsi. Con Pfizer, ovvio, dosi accuratamente messe da parte nei giorni precedenti. Diciottenni e ventenni sani come pesci ma figli o parenti di medici e infermieri, ma anche di gente che conta, di gente che si è trascinata tutta la famiglia negli hub, visto che c’era. Poi ci sono le forze dell’ordine. Figure apicali, dice la procura: eppure, erano fra le categorie prioritarie. Vero, ma avete presente AstraZeneca? Ecco, nessuno lo vuole, e questo si sa. Ebbene, quei rappresentanti delle forze dell’ordine o dirigenti pubblici hanno firmato il consenso per AstraZeneca ma si sono fatti inoculare Pfizer. Perché era meglio, più sicuro e meno pericoloso: vuoi mettere. Pazienza se poi spettava a nonne, padri, madri in attesa paziente e diligente. Una cosa pazzesca. Incommentabile. E poi ci sono i campioni del male.
Vincitori assoluti nel campionato delle diaboliche miserie umane: le centinaia, migliaia di sardi che, non potendo contare su amici o parenti fra medici e infermieri, si sono organizzati da soli e iscritti nelle liste dei volontari per essere vaccinati. Ma non si sono mai visti su un’ambulanza. Neanche uno straccio di soccorso, niente. Tantissimi sulla carta, pochissimi nella realtà. Chicca finale, l’orario delle vaccinazioni: neanche a far finta che fossero dosi avanzate a fine serata, e dunque inoculate per non perderle. No. Le dosi venivano somministrate di buon mattino, all’apertura del centro, dopo essere stati avvisati il giorno precedente, così i fortunati non dovevano neanche aspettare. E se ancora non fosse chiaro, quelle dosi sono state sottratte ad anziani e soggetti fragili, persone molto malate a cui forse avrebbero potuto salvare la vita. Al momento gli indagati sono 15, 11 medici e 4 infermieri. Ma siamo appena agli inizi: l’ha detto chiaramente, il procuratore. Uno scandalo che rischia di esplodere e di travolgere un’isola che già traballa sotto le picconate di banchetti proibiti e maxistaff milionari. Difficile trovare anche le parole di fronte a una cosa così: è l’orrenda rappresentazione plastica dell’indecorosa miseria umana. Senza limiti, senza ritegno, senza pudore. Senza nulla di umano. E senza nulla più da salvare.












