Una visita saltata a distanza di un mese e mezzo da un intervento, nel reparto di Oculistica del Brotzu, per “distacco di retina”. E i dolori, che non accennerebbero a diminuire, all’occhio sinistro. Maria Rita Pau, 57enne di Elmas, viene sottoposta all’intervento medico il 21 settembre 2020. Il giorno dopo è già dimessa, con tanto di foglio nel quale sono riportati i medicinali e colliri da prendere. Prossima visita: il 26 settembre. Fatta. Poi un’altra e la terza, il diciannove ottobre, che “salta” perchè “a causa di un malore, chiamo in ambulatorio oculistico e spiego il problema, chiedendo un rinvio della visita. Informo l’infermiera al telefono che ogni tanto vedo come dei puntini davanti all’occhio e che il bulbo oculare spesso mi duole al punto che devo ricorrere agli antidolorifici. L’infermiera mi raccomanda di richiamare appena mi fossi sentita meglio, per prenotare nuovamente la visita. La mattina dopo, quindi il 20 ottobre, sempre più preoccupata soprattutto per questi dolori, richiamo l’ambulatorio per riprendere appuntamento per la visita. L’infermiera mi informa che sarei stata ricontattata per informarmi della data della visita”, racconta la donna.
I giorni passano e si arriva al cinque novembre: “La data me l’ha comunicata, telefonicamente, un’infermiera. Mi richiamano il giorno 4 in tarda mattinata e mi dicono orario e luogo della visita. Mi sorge un dubbio e chiedo se devo portare la richiesta medica per la visita. Alla risposta affermativa dell’infermiera, rispondo che ho problemi a contattare per tempo il mio medico e chiedo di poter spostare la visita di un giorno per darmi la possibilità di richiedere la ricetta per la visita. Mi rispondono che non è possibile, ma posso spiegare il mio problema all’oculista, in modo che potessero farmi loro stessi la richiesta. Cosa niente affatto strana, visto che in altri ospedali, per altri problemi, loro stessi preparavano la richiesta per la visita successiva. Credevo comunque di rientrare ancora nella dimissione protetta ma, a quanto pare non era così”. Maria Rita Pau arriva al pronto soccorso del Brotzu il cinque novembre. Nella scheda del triage, oltre a tutte le caselle con le domande legate al Coronavirus, c”è anche scritta a penna la sua destinazione: “Oculistica”. La visita, però, non avviene: “A causa del Covid mi dicono che non possono fare visite esterne e che, comunque, ero priva di ricetta medica. Visite esterne? Ma io ero stata operata da loro e avevo il diritto all’assistenza. L’assistenza mi è stata negata e a quel punto ho perso le staffe. Un intervento di vitrectomia con inserimento di gas oculare ha bisogno di frequenti e regolari controlli. Controlli che piano piano vengono diradati se l’intervento sta avendo buon esito. Io non ho avuto questo e ora mi ritrovo ancora con la bolla di gas nell’occhio, che mi limita la vista. Mi trovo in compagnia di puntini neri e dolori poco simpatici al globo oculare”. La 57enne ormai è sicura dei prossimi passi da compiere: “Mi dovrò rivolgere quanto prima da qualche altra parte, forse da un privato, e dovrò pagare”.











