A Quartu Sant’Elena, terza città della Sardegna, nel pieno dell’estate 2022 ci sono ancora migliaia di cittadini senz’acqua potabile. “Circa cinquemila”, a causa dei lavori finanziati ma mai iniziati da Abbanoa, sono costretti o ad attaccarsi ai serbatoi, o a pagare l’acqua che viene prelevata da alcuni pozzi o ad affidarsi alle fontanelle, neanche tante, disseminate nel litorale. L’alternativa è non bere e non lavarsi. Una situazione quanto meno folle, per non dire disumana, quella ricordata oggi dall’assessore comunale dei Lavori Pubblici, Antonio Conti, presente all’assemblea di Abbanoa. Il bilancio non è passato all’unanimità, Quartu ha fatto un mezzo sgambetto per cercare di rinfrescare la memoria ai vertici della società che ha la maggior parte del controllo del bene più prezioso al mondo in tutta l’Isola: “L’assemblea degli azionisti di Abbanoa è stata l’occasione per esprimere il disagio di cui soffre il nostro comune, in particolare la parte extraurbana, dove vivono quasi 20mila abitanti. C’è rammarico perché probabilmente non siamo riusciti a rappresentare con pienezza questo stato di grave difficoltà. Diverse migliaia di persone infatti devono cercarsi quotidianamente le risorse idriche”, denuncia Conti. “Ed è paradossale perché non servono soluzioni particolari, non servono nuove risorse, dato che i progetti sono già stati finanziati”. I soldi, quindi, ci sono, mancano gli operai e l’approvazione delle opere di collegamento alle condotte idriche.
“Tutta una serie di opere che erano state avviate si sono interrotte per diverse cause a cui bisogna trovare una soluzione”, prosegue l’esponente della Giunta Milia. Che fa capire che la misura, ormai, sia colma, al pari dei tanti rubinetti a secco dei quartesi: “Siamo stati pazienti, perché capiamo le difficoltà, ma abbiamo anche dato la nostra disponibilità per cercare le soluzioni utili a sbloccare l’impasse. I problemi sono diversi ma vorremmo ora concentrarci sull’idrico. Chiediamo quindi ad Abbanoa di rivisitare questi progetti dell’idrico extraurbano, da Margine Rosso a Terra Mala passando per Flumini, affinché la popolazione possa avere una speranza in un prossimo futuro di avere una condotta idrica. Non avere questa visione è una situazione estremamente critica”.