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Ex Marino,Sergio Rizzo:”In riva al mare, affogato nelle carte bollate”

di Redazione Cagliari Online
25 Giugno 2017
in cagliari, zonapoetto-santelia

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Siamo capaci anche di farci menzionare ed additare per un ospedale (l’ex Marino), sul litorale del Poetto, “affogato nelle carte bollate”, come scrive il giornalista del Corriere della Sera, Sergio Rizzo. E sì, perché la troupe di “Cose dell’altro mondo” ha fatto tappa in città, per raccontare l’incredibile e vergognosa vicenda dell’ex nosocomio cagliaritano, simbolo del degrado, dell’abbandono, dell’indecisionismo politico e non solo. Un reportage, realizzato insieme al giornalista-scrittore, Giacomo Mameli, che fa luce ancora una volta su quella cattedrale nel deserto ancor’oggi in balia della troppa burocrazia.

SERGIO RIZZO. «E’ un gioiello dell’architettura razionalista, sulla spiaggia del Poetto a Cagliari, costruito alla fine degli anni Trenta – scrive nel suo articolo on line, il giornalista del Corriere della Sera – potrebbe essere un meraviglioso albergo a cinque stelle. Invece diventerà una casa di riposo per ricchi vecchietti, probabilmente finanziata anche dal servizio sanitario. Dopo dieci anni di liti giudiziarie. Non era nemmeno laureato, Ubaldo Badas. Ma tutti lo chiamavano architetto, e come architetto è sempre stato conosciuto. Architetto dei più bravi in Sardegna, all’epoca. Tanto da firmare alcune delle opere più importanti del razionalismo isolano. Il massimo è l’ex ospedale marino di Cagliari, una costruzione imponente e armoniosa che ha una caratteristica unica al mondo: quella di trovarsi sulla spiaggia, e non una spiaggia qualsiasi. Parliamo del Poetto, una delle più belle della Sardegna, dell’Italia e forse del mondo. Fino a qualche anno fa era una distesa di sabbia bianca e finissima, poi un bel giorno spuntò un progetto demenziale della Provincia per fermare l’erosione che minacciava il litorale. Così le idrovore sputarono sulla spiaggia migliaia e migliaia di tonnellate dei sabbioni del fondale antistante, cancellando per sempre quello che c’era prima. Una follia costata alle dieci persone ritenute responsabili del disastro, fra cui l’ex presidente della stessa Provincia, una condanna erariale di 2 milioni 807.575 euro, che non restituirà mai ai cagliaritani e ai turisti la magia di quel luogo. Anche se resta sempre intatto il contesto paesaggistico: semplicemente spettacolare».  

LE CONSIDERAZIONI. E ancora, nel servizio, quel che agli occhi di un cronista come Rizzo, viene rispolverata tutta la vicenda dell’ex Marino: «Vi chiederete: ma perché hanno fatto un ospedale proprio sulla spiaggia? Il fatto è che – prosegue nella descrizione minuziosa il cronista del Corriere della Sera – all’inizio non era una struttura sanitaria, ma una colonia marina. “Colonia Marina Dux”, si doveva chiamare. Ma non ci fu tempo per il battesimo. Cominciarono nel 1937, poi la guerra, l’armistizio, la repubblica… E nel 1947 la colonia era già stata trasformata in ospedale senza essere mai stata una colonia. La struttura sanitaria funzionò per 35 anni: poi, nel 1982, le funzioni di ospedale “marino” passarono a un albergone poco distante e il gioiello di Badas venne progressivamente abbandonato. Finché nel 2004 la Usl di Cagliari lo mollò anche formalmente. Non passarono che due anni e nel 2006 la Regione Sardegna in mano al centrosinistra, presidente Renato Soru, decise di indire un bando di gara per dare in concessione ai privati l’immobile, con l’impegno a ristrutturarlo in vista di una diversa destinazione.  Ed è lì che comincia un altro pasticcio. La gara è vinta da un’associazione temporanea di imprese di cui fanno parte alcune società locali, come la Casa di cura Policlinico città di Quartu, ma l’aggiudicazione viene bloccata dal solito ricorso al Tar. Lo propone il secondo classificato, il gruppo fiorentino Prosperius che fa capo a Mario Bigazzi. Arriva però anche un controricorso del vincitore provvisorio e il primo round si conclude addirittura con l’esclusione dalla gara del secondo in graduatoria. Il Tar giudica non pertinente l’offerta arrivata da Firenze rispetto al bando. Ma il gruppo Prosperius non abbozza e ricorre a sua volta al Consiglio di stato. Che lo riammette alla gara. Nel frattempo chi aveva vinto si ritira e la società di Bigazzi si trova la strada spianata verso la conquista della concessione. Nel 2010, la Regione è tornata da un anno in mano al centrodestra con Ugo Cappellacci, si riapre la gara e il gruppo Prosperius se l’aggiudica senza incontrare resistenza.  A quel punto non resterebbe che aprire il cantiere. Invece le cose si complicano ancora di più e il degrado aumenta. Tre anni prima, nel 2007, l’edificio è stato dichiarato di interesse storico artistico dal ministero dei Beni culturali, e sono subentrati alcuni vincoli, di cui si deve tener conto. Di proroga in variante si va avanti fino al 2 aprile 2014, data in cui finalmente si arriva all’aggiudicazione definitiva della gara che era stata indetta otto anni prima. Da pochi giorni si è insediata a Cagliari la nuova giunta regionale di centrosinistra presieduta da Francesco Pigliaru: questo è uno dei suoi primi atti. E’ finita, penserete. Invece no. Perché lo stesso giorno salta fuori che l’assessorato alla Sanità non è stato coinvolto nella conferenza dei servizi sul progetto, e mancando il suo parere l’operazione non può partire. Il fatto è che il progetto del privato prevede una destinazione a casa di riposo, con l’accreditamento di un centinaio di posti letto. Ci sono però delibere regionali approvate dal centrodestra che non soltanto impediscono la realizzazione di nuove strutture ospedaliere, ma addirittura bloccano l’accreditamento di nuovi posti letto “di riabilitazione globale”.  Dalla Prosperius parte allora una diffida, accompagnata dall’ennesimo ricorso al Tar, con la richiesta di avere subito 80 posti letto accreditati. Perché tanta insistenza su questo punto, è facilmente comprensibile. Avere un numero di posti letto pagati dalla sanità pubblica garantisce al privato una base economica di partenza e abbatte notevolmente il rischio d’impresa. Viene quindi convocata una nuova conferenza dei servizi, che però non risolve il problema. Finché ecco la sentenza del Tribunale amministrativo, che intima alla Regione di decidere tassativamente entro il 29 febbraio del 2016. Un pugno di ore per risolvere una disputa durata dieci anni. Se la spunterà il privato, l’ex ospedale marino rivivrà come struttura sanitaria sui generis: una casa di riposo per pochi (ricchi) anziani su una spiaggia meravigliosa. Pagata anche con contributi pubblici. In caso contrario, pare siano già pronte micidiali cause di risarcimento danni. C’è chi parla di 600 milioni. E il calvario tappezzato di carte bollate del gioiello progettato dal non architetto Badas ricomincerebbe daccapo.  La morale di questa storia assurda? Bastava pensarci prima, con un po’ intelligenza. Giusto un po’. Senza infilare la testa nel cappio della sanità, dal quale sarà impossibile uscirne senza mettere sul tavolo denari dei contribuenti. Era proprio insensato immaginare di trasformare l’ex ospedale marino in un normalissimo albergo, in un contesto ambientale come questo? Ci sarebbe stata la fila, ne siamo certi. Già. Ma la politica e il buonsenso, purtroppo, in questo Paese percorrono quasi sempre strade diverse». 

VIDEO: http://video.corriere.it/ex-ospedale-riva-mare-affogato-carte-bollate/034bb74c-dbe5-11e5-b9ca-09e1837d908b

FONTE: http://video.corriere.it/ex-ospedale-riva-mare-affogato-carte-bollate/034bb74c-dbe5-11e5-b9ca-09e1837d908b

 

Tags: Cagliariex MarinoSergio Rizzo servizio on line Corriere della Sera
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