I lavori di ristrutturazione dell’ex Manifattura tabacchi sono ripresi lo scorso 27 febbraio, dopo uno stop di alcuni mesi per indagini strutturali. E verranno conclusi a fine anno, recuperando un primo lotto di 14 mila metri quadrati rispetto ai 24 mila totali. Il 28 maggio scorso la Regione ha pubblicato un bando per l’affidamento di forniture e servizi relativi alla “progettazione e realizzazione dell’allestimento del locale accoglienza Manifatture. Fabbrica delle creatività”, che però è andato deserto. Inoltre il Consiglio regionale ha previsto il trasferimento di 50 mila volumi della biblioteca del Consiglio, che andrebbero ad occupare mille metri quadrati dell’ex Manifattura. Una decisione non condivisa dal Comune. “Non trovo giusto – sottolinea Davide Carta – che vengano occupati spazi importanti della struttura per biblioteche regionali o altre attività istituzionali, sottraendoli alla produzione culturale ed artistica importante anche in termini di nuova imprenditorialità. La biblioteca del Consiglio regionale ci può essere solo se rientra in una logica di progetto complessivo”.
Dello stesso parere il collega di partito Fabrizio Rodin. “L’ex Manifattura tabacchi è cagliaritana – aggiunge – e il suo futuro deve essere deciso insieme al Comune. La struttura può diventare un polo culturale di attrazione turistica vicina al porto, di cui potranno godere prima di tutto i cagliaritani e, visto il punto strategico in cui è collocata, anche i cittadini dell’area vasta”. Secondo gli esponenti di maggioranza “l’ex Manifattura può svolgere un ruolo fondamentale anche per la candidatura di Cagliari a capitale europea della cultura nel 2019, ma anche favorire la nascita e la creazione di iniziative imprenditoriali nel campo delle produzioni artistiche e culturali, offrendo spazi multifunzionali e laboratori attrezzati. Inoltre parte della struttura potrebbe essere destinata a foresteria per gli ospiti internazionali in residenza, co-working, help desk di accompagnamento e sostegno allo sviluppo della progettazione profit e no profit. Mentre un’area potrà essere dedicata ai servizi per l’audiovisivo con particolare attenzione alle nuove tecnologie”. Tra le proposte anche quella di allestire una grande area del cibo e dell’enogastronomia che punti sulle produzioni locali.











