Ricoverata tre volte al Santissima Trinità e altrettante al Brotzu, dimessa il primo settembre e morte dopo 48 ore a casa. Maria Mula, 82 anni, se n’è andata dopo aver trascorso gli ultimi tre mesi della sua vita tra un ricovero e una dimissione dai due principali ospedali cagliaritani. Il pm Nicola Giua Marassi ha già aperto un’inchiesta per omicidio colposo, lo scorso sei settembre si è svolta l’autopsia e si attendono gli esiti degli esami istologici. Ad aspettarli, oltre a Giua Marassi, anche il consulente tecnico nominato dall’avvocato del figlio dell’anziana, Gianluca Perre, che dopo il decesso ha subito fatto protocollare una denuncia in procura. Tutto inizia a fine maggio: la Mula cade in casa, si frattura un femore e viene portata al Brotzu: dopo due giorni il trasferimento al Santissima Trinità, intervento e dimissioni il tredici giugno. Il 21, però, viene riportata all’ospedale di Is Mirrionis per delle perdite di sangue scoperte nelle urine. Visitata, le dimissioni arrivano dopo 24 ore. Ma il problema non scompare, e il 3 luglio torna, con il 118, all’ospedale: stessa trafila e stesse tempistiche, Maria Mula il giorno dopo è nuovamente nella sua abitazione. Il 16 luglio l’82enne viene riportata al Brotzu, dove resta ricoverata sino al 5 agosto e, nel frattempo, si becca pure il Covid. La notte stessa, a causa di una broncopolmonite e del sangue che continua ad uscire dalla vescica, ennesimo ricovero: dimessa l’1 settembre, muore due giorni dopo a casa.
“L’intento dei familiari è quello di fare piena luce nella vicenda, vista la gravità”, spiega l’avvocato Omar Bottaro. “Si tratta di una forma di rispetto per il dolore che stanno vivendo i cari di Maria Mula. Vogliamo che vengano ricostruiti tutti i fatti e che la verità, con eventuali responsabilità, venga a galla”. Il figlio dell’anziana, Gianluca Perre, è netto: “Voglio sapere se mia mamma è stata accudita dai dottori come merita ogni essere umano”.










