Ammira Sant’Efisio, prima i piatti tipici sardi offerti nel buffet del Comune e, ancora prima, ieri, si è goduto l’abbraccio dei suoi amici e confratelli dell’ordine mauriziano durante la messa a Castello e la cena di beneficenza. Emanuele Filiberto a Cagliari ha scatenato polemiche, ma lui se le lascia scivolare addosso con classe regale, e non potrebbe essere altrimenti: “Polemiche? Non ho letto nulla, non ce ne sono state”, dice all’inizio, per poi correggere il tiro, e si capisce che non è una mossa campata per aria: “Se ce ne sono state non me ne può fregare di meno, ci sono anche persone che fanno cose concrete per aiutare chi ha bisogno”. E il riferimento, nemmeno troppo sottinteso, è ai soldi raccolti alla cena. 150 euro a partecipante, una quota cospicua finirà alla comunità somasca di Elmas per un progetto sociale insieme a suor Silvia. “Ai sardi mando un forte abbraccio, sono felice di essere qui”.
Ieri sera, prima dell’inizio del banchetto al convento di San Giuseppe, il principe ha fatto un lungo discorso, ringraziando anche l’ormai ex sindaco Paolo Truzzu, “sono qui anche perché lui mi aveva invitato”, ma sbaglia il cognome e tutti sentono un certo “Zoncheddu”. Mistero presto risolto, è il cognome di una persona che Emanuele Filiberto ha ringraziato subito prima di Truzzu, accanto a lui alla cena di gala benefica da 150 euro a testa e, forse preso dalla troppa concentrazione, ha ripetuto il cognome, anche se non c’entrava nulla. Una sbavatura minima che a un principe si può concedere. Nell’attesa, che potrebbe anche essere infinita, di una riappacificazione totale tra la Sardegna e la sua dinastia.









