Ecco i poveri del Covid in Sardegna, a chiedere aiuto sono soprattutto le donne

La pandemia presenta il conto: la fascia dei 40enni la più colpita. E contrariamente a quanto accadeva negli anni scorsi ora sono le donne a rivolgersi alla Caritas e si fanno portatrici di situazioni di disagio che riguardano altri membri della famiglia e, spesso, l’intero nucleo familiare.


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La crisi del Covid colpisce le famiglie e i quarantenni. E le donne. E sono proprio queste ultime a chiedere prevalentemente aiuto alla Caritas. Tra gli effetti prodotti dalla pandemia sul versante della vulnerabilità sociale si registra anche in Sardegna, un aumento delle difficoltà delle donne. Infatti, interrompendo dopo sette anni la tendenza di una preponderanza maschile, le persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto nel 2020 sono prevalentemente di sesso femminile. Le donne ascoltate nel 2020 coprono il 51,1% del totale. E’ quanto emerge dai dal report sulla povertà ed esclusione sociale del 2021 in Sardegna.
Sono soprattutto le persone sposate (in particolare le donne) a chiedere aiuto. Con l’avvento della
pandemia la quota proporzionale delle persone coniugate è risultata maggiore rispetto a quella delle
persone celibi o nubili (negli ultimi due anni erano preponderanti questi ultimi). Anche in Sardegna a subire in modo rilevante le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria siano state soprattutto le famiglie con persona di riferimento occupata in modo irregolare e/o precario, facendo scaturire condizioni di fragilità allargate al proprio nucleo familiare.
Le famiglie. Chi chiede aiuto alla Caritas vive per lo più in famiglia. La maggior parte di esse vive con i propri familiari o parenti: una quota – pari al 67,8%38 – in significativo aumento rispetto al 2018 (56,5%) e al 2019 (61,0%). E piuttosto evidente come i dati Caritas continuino a rimandare a una situazione di vulnerabilità vissuta in ambito prevalentemente familiare. Di tale disagio familiare sono portavoce per lo più le donne, le quali assorbono poco più di tre quinti dei casi di persone ascoltate che vivono in nuclei familiari (60,3%).
I  dati evidenziano delle correlazioni tra la vulnerabilità sociale e la fragilità di genere nei rapporti coniugali: le donne sono più esposte rispetto agli uomini. E questo perché, per il ruolo tradizionalmente rivestito in seno alla famiglia di appartenenza, si fanno spesso testimoni e allo stesso tempo portatrici di situazioni di disagio che riguardano altri membri della famiglia e, non di rado, l’intero nucleo familiare.

L’età media 40/50 anni. Una persona su due ha tra i 40 e i 50 anni. Dai dati disponibili risulta che alle classi dei quarantenni e dei cinquantenni è associato il maggior numero di persone ascoltate dalla Caritas (una persona su due). La classe modale è costituita dai 45-49enni, mentre l’età media è di 47 anni. La classe dei quarantenni copre oltre un quarto del totale delle persone ascoltate (26,3%) mentre quella dei cinquantenni assorbe il 23,3%. I giovani (nella classe d’età 15-24 anni) coprono il 6,7%, mentre le persone che rientrano nella classe d’età dei 65enni e oltre assorbono invece il 10,9% del totale.


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