Entrambi sono accaduti alle entrate del paese, il primo, il 17 maggio, in quella direzione Villasor, l’altro, due giorni fa, direzione Samassi. Due arterie non comunali e non soggette a particolari restrizioni come dissuasori di velocità o limiti specifici. Si corre, tanto, stop e incroci sono spesso bruciati da chi ha sempre fretta e se la mole di traffico non è impressionante come quella in città, poco importa poiché bastano anche solo una decine di macchine per scatenare l’inferno. Soprattutto in via Cagliari, direzione Villasor: due incroci pericolosi, quello della circonvallazione e quello per immettersi al supermercato. Nel primo due settimane fa è stato investito un centauro: gravi le ferite riportate sopratutto a una gamba, la strada gli è stata tagliata da una vettura che ha superato lo stop nel momento in cui transitava il motociclista. Poco più avanti “si rischia sempre”, spiegano i residenti, “una rotatoria non sarebbe male per raggiungere il supermercato in sicurezza”.
Nella parte opposta del centro abitato, direzione Samassi, è sopratutto l’alta velocità a mettere in pericolo i pedoni e gli altri automobilisti. In entrata o in uscita dal paese, via Rinascita viene percorsa senza freni, ben oltre il limite che sopratutto il buonsenso dovrebbe imporre. Due giorni fa il crash tra due veicoli è stato inevitabile. Coinvolta nello scontro anche una terza macchina senza, per fortuna, gravi conseguenze.
Le segnalazioni dei cittadini si rafforzano ulteriormente, in sintesi si chiede un maggior controllo da parte delle istituzioni di competenza al fine di arginare le problematiche che mettono in serio pericolo l’incolumità di viaggiatori e residenti.
Per quanto concerne via Cagliari la situazione è già stata sottoposta all’attenzione del primo cittadino Gabriele Littera che a Casteddu Online aveva spiegato: “Dare indirizzo all’area vigilanza affinché individui delle soluzioni utili a rispondere alle esigenze della cittadinanza, sta a loro individuare quelle più percorribili dal punto di vista gestionale, e, dall’altro, quello di coinvolgere l’ente titolare di quegli spazi, ossia l’Anas. Bisogna capire se ci sono restrizioni particolari da parte di Anas per realizzare delle opere che rispondano alle esigenze e, se così non fosse, si andrà anche spediti”.












