Donatella Sechi, pittrice di Capoterra, per molti è semplicemente Dody.
“Ho sempre amato l’arte in ogni sua forma. Mi son sposata giovanissima ma ho sempre nutrito il desiderio di volere acquisire tecniche per poter dipingere un giorno qualcosa di mio.Seguendo l’ispirazione dei miei due fari Picasso e Tamara de Lempicka ho conseguito il diploma al Liceo artistico Foiso Fois. Studiavo la sera- racconta- ed è stato un momento di grande fatica ma anche di grande realizzazione”.
La Dody Art è un’esplosione di colori, di forme femminili generose e voluttuose che provocano, mostranndo seni e labbra rosso lacca, occhi come fari, specchi dell’anima.Quanto conta per te la provocazione?L’arte per me deve chiedere qualcosa a chi guarda .Può provocare anche indignazione, perché no. Non mi aspetto soltanto consensi. Certo, quelli son arrivati . E devo dire grazie al mio caro professor Casu,insegnante di disegno ornato.Lui ha creduto in me, mi ha incoraggiata a seguire il mio estro , quello che oggi è il mio stile”.Una sintesi tra naif cubismo e pop art per soggetti sempre diversi e originali. Spesso sono le donne le vere protagoniste.Gli uomini sono complici . Comparse più che protagonisti.Ogni quadro è pensato, racconta una storia con un inizio ed una fine, mai banale.Fa parlare di sé il dipinto “S’urtima birra” che fa il verso all’Ultima cena di Leonardo.Apostoli con tratti femminei, una Maria Maddalena come non l’avevate mai vista: capezzoli irti e labbra voluttuose. Accanto alla peccatrice un Gesù che versa da bere una bionda, Ichnusa.Il sacerdote scultore Don davide Cannella, espone nello stesso spazio di Assemini le proprie opere , un anno fa.Nota il quadro e chiede che venga spostato altrove.
L’arte è comunicazione -replica Dody -ma questo è sfuggito al reverendo , e a me ha regalato tanta pubblicità .Ha fornito al Vescovo di Cagliari un valido motivo per ricordare a Don Cannella che la Chiesa è andata oltre, che è moderna e che rispetta le interpretazioni libere. Forse questo episodio di catechizzazione a tutti i costi avrebbe strappato un sorriso al Santo Padre.”
Per l’artista le prime tele erano falsi d’autore. Quadri su commissione. Olii su tela. Oggi l’acrilico permette una pittura brillante ed è decisamente il lavoro è molto più immediato.
“Anche oggi posso dipingere su commissione -afferma Dody- ma quello che faccio è sempre ispirato e poi mi diverte.Son una donna gioiosa, amo i colori brillanti e rifuggo le tenebre.Spesso son accusata di blasfemia ma per me dipingere le donne ha un grande valore. “La sessualità è il lirismo delle masse” . Questo sosteneva Baudelaire. Per me la rappresentazione della donna ha una connotazione differente , intima, riguarda il mio passato.Sono orfana dall’età di tre anni- racconta- e di mia madre ho pochi ricordi.Tra questi il suo seno”.
Mostre e percorsi d’arte hanno portato Dody a farsi conoscere in Sardegna ed apprezzare nel continente.Le sue opere incuriosiscono i giovani e incantano i meno giovani.
Da oggi a Milano espone una mostra personale , accanto al parco Sempione , all’interno di un famoso ristorante sardo.Il 18 aprile sarà ospite a Porto Rotondo per un concorso . Tra i giudici il noto critico d’arte Giorgio Grasso.I primi tre qualificati avranno l’opportunità di esporre nella più importante vetrina del momento in Italia : L’EXPO.
A maggio tre opere partiranno alla volta di Barcellona per una mostra collettiva.
Che futuro auguri ai giovani artisti cagliaritani?
Penso che gli assessorati competenti dovrebbero dare risalto a tanti giovani talenti .Ci son ragazzi con tanti sogni e pochi mezzi.Se vuoi spazi in questa città devi scendere a patti con i galleristi.Devi pagare per farti apprezzare. L’arte è libertà di espressione.Dovrebbe essere agevolata, anziché soffocata, svilita, distrutta”.












