La ruggine nelle pareti dello scafo, sotto i finestrini e anche nelle catene di sicurezza è la prima cosa che è balzata all’occhio di Maurizio Guccione, uno dei tanti, tantissimi costretti a prendere la nave per venire in Sardegna. Lui lo fa principalmente per vacanza (è giornalista) e anche lui ha deciso di contattare la nostra redazione per raccontare la sua personale odissea. Da Livorno a Olbia, “biglietto pagato 500 euro”, con una descrizione, fotografica ma non solo, delle condizioni della Moby Vinci. E, al ritorno, numerose criticità le ha riscontrate anche sulla Moby Fantasy.
“È di questi giorni la lamentela dell’infettivologo Matteo Bassetti che, imbarcato sul traghetto Moby Aki da Genova a Olbia, ha dovuto pagare una cifra indecente per alcuni tranci di pizza, a suo dire indegni del nome. Gli credo, per aver pranzato sul gioiello di famiglia, pubblicizzato come “il traghetto più grande del Mediterraneo” Moby Fantasy, cotolette alla milanese fredde. E molto care. La speculazione sul cibo naviga, se non a vista, con il radar, ma naviga. E’ così da anni, ed è così su altri “vascelli” di concorrenza. Ma la cosa più sconcertante, è data dalle caratteristiche che ho riscontrato su un traghetto ribattezzato “Moby Vinci”, ex Tirrenia, che durante la traversata diurna Livorno – Olbia del 9 luglio scorso ho trovato in condizioni indecorose: ruggine ovunque, un traghetto “vissuto” e in condizioni manutentive, dal punto di vista estetico, a dir poco imbarazzanti: non un’opinione, dunque, ma un dato oggettivo come le fotografie che allego dimostrano. Qualcosa non va da troppo tempo: perché trasportare, cari armatori, significa anche ospitare. A meno che non si considerino i passeggeri polli di allevamento, preferibilmente da spennare”.












