Decine di dializzati sardi sono sul piede di guerra. Al San Camillo di Sorgono, presto, le dialisi saranno fatte senza la presenza di un medico. A denunciarlo è un gruppo di malati, con tanto di lettera firmata: “Giorni fa ci è stato consegnato un modulo dove ci veniva chiesto di firmare sotto la nostra responsabilità il consenso informato a fare la dialisi senza la presenza di un medico, fermo restando che chi non avesse potuto farlo con queste modalità si sarebbe dovuto recare all’ospedale di Nuoro. Non è nostra intenzione firmare moduli e assumerci responsabilità che non ci competono e tantomeno farci tre ore di macchina per recarci a Nuoro”, scrivono i dializzati. “Se non dovesse arrivare il medico ci rifiuteremo di farci attaccare alle macchine”. Insomma, si dicono pronti a rifiutare la cura, per loro, salvavita. I pazienti hanno trovato pieno appoggio da parte del gruppo Allerta Barbagia, capitanato da Pina Cui. Ecco, di seguito, il comunicato scritto proprio dalla referente dell’associazione che lotta per avere una sanità decente in tutto il Nuorese e la Barbagia.
“Passano i mesi e gli anni ma la situazione della sanità pubblica non migliora, anzi ogni giorno ci troviamo davanti a scandalose novità, ultima in ordine di tempo la richiesta di aiuto dei dializzati di Sorgono a cui è stato chiesto di firmare sotto la propria responsabilità un consenso informato a fare la dialisi senza la presenza del medico, fermo restando che chi non avesse potuto farla con queste modalità si sarebbe dovuto recare all’ospedale di Nuoro: Vi sembra logico che oltre a dover fare la dialisi senza la presenza del medico o andare a Nuoro a farla debbano firmare per assumersi responsabilità che non hanno? Il loro pensiero non dovrebbe essere solo curarsi? Giustamente loro non ci stanno, non firmeranno nessun modulo e hanno intenzione di rifiutarsi di farsi attaccare alle macchine e i non idonei hanno intenzione di rifiutarsi di andare a Nuoro, non è una vergogna che i malati vengano privati di un medico e che altri siano costretti a fare tre ore di macchina su strade dissestate per avere la possibilità di vivere? Tutto questo perché si sta continuando a portare avanti un progetto di depauperamento del nostro territorio, senza nessuna considerazione del fatto che ci troviamo in una zona svantaggiata, infatti da Cad (centro dialisi decentrato) vogliono passare a CAL (centro assistenza limitato) ancora una volta si infierisce su pazienti fragili, pare che il nefrologo potrà essere presente solo due giorni a settimana. Non si sa niente dei 24 dottori nefrologi di un recente concorso, anzi specifichiamo non ne sa niente la Asl 3 e allora chiediamo al direttore generale cosa va bene (oltre al suo stipendio) in questa Provincia? Caro direttore, il nostro può essere un comitato improvvisato ma non permetteremo che venga continuata a mettere a rischio la vita dei cittadini. Alla Regione chiediamo dove sono i provvedimenti urgenti? O forse sono contenuti nelle due delibere degli atti aziendali approvati il 30 settembre che non fanno altro che riportare i contenuti della legge Regionale 24/2020? Vogliamo ricordare che la costituzione garantisce il diritto alla salute dei cittadini e qui si parla di diritto alla vita? Chiediamo a tutti gli organi competenti di prendere in esame la situazione e di dare risposte immediate ai dializzati e non solo. I malati devono lasciarsi ‘morire’ perché non possono curarsi? Noi non ci stiamo e faremo tutto il possibile affinchè le cose cambino, anche noi siamo esseri umani, siamo cittadini, siamo sardi e siamo italiani e anche a noi dovrebbe garantire la Costituzione”.











