In Sardegna oltre 120.000 persone convivono con il diabete, una patologia cronica che impatta profondamente sulla qualità della vita e richiede una gestione terapeutica puntuale, moderna e tecnologicamente avanzata. Un bisogno ancora più urgente se si considera che l’Isola detiene uno dei tassi più alti al mondo di incidenza di diabete di tipo 1 in età pediatrica. Eppure, in un contesto già tanto fragile, accade che “ai pazienti della ASL 8 di Cagliari venga negato l’accesso a un dispositivo essenziale per la loro terapia: il sensore glicemico “Simplera”, componente centrale dei moderni microinfusori, noti anche come pancreas artificiali”.
A lanciare l’allarme è il consigliere regionale Alessandro Sorgia, che ha depositato un’interrogazione urgente all’Assessorato regionale alla Sanità per denunciare una prassi che sta mettendo a rischio la salute di numerosi pazienti e ostacolando gravemente il lavoro dei diabetologi.
“Parrebbe – dichiara Sorgia – che solo la ASL 8 stia interpretando in modo restrittivo una nota tecnica della Regione, impedendo l’erogazione del sensore Simplera anche quando questo è prescritto nel pieno rispetto delle determine regionali. È un fatto gravissimo: si tratta di un dispositivo salvavita e non possiamo permettere che la sua fornitura venga bloccata da valutazioni burocratiche prive di fondamento clinico”.
Il sensore Simplera, infatti, è regolarmente autorizzato dalla Regione Sardegna attraverso determine specifiche che ne consentono la prescrizione anche in affiancamento ai microinfusori già in uso. Tuttavia, a seguito di una nota interna della Direzione della Centrale di Committenza, la ASL 8 avrebbe introdotto un’interpretazione restrittiva, respingendo le prescrizioni dei medici e rimandando i pazienti da un ufficio all’altro, con il rischio concreto di interrompere una terapia vitale.
“È inammissibile – aggiunge Sorgia – che in una regione già afflitta da un’incidenza altissima di diabete, i pazienti vengano trattati come pacchi postali, costretti a rincorrere autorizzazioni e moduli invece di ricevere cura e attenzione. Stiamo parlando di salute, non di burocrazia”.
Una situazione, secondo quanto appreso dal consigliere, che si registrerebbe unicamente nella ASL 8 di Cagliari. Nel resto della Sardegna, infatti, i dispositivi vengono regolarmente distribuiti.
“Pretendo risposte chiare e tempestive dalla Giunta regionale – conclude Sorgia –. Non possiamo tollerare che l’accesso a una terapia dipenda dal territorio in cui si risiede. È necessario garantire uniformità di trattamento, tutela dei pazienti e rispetto per l’autonomia dei medici prescrittori. Il tempo delle ambiguità è finito”.
Il consigliere ha chiesto che la Regione fornisca chiarimenti ufficiali e, soprattutto, disposizioni vincolanti per tutte le aziende sanitarie, in modo da evitare ulteriori disagi e assicurare una gestione equa ed efficace delle terapie per i diabetici sardi.











