Un esemplare di raro Astore sardo, è stato ferito nei giorni scorsi, a Desulo, probabilmente durante una battuta di caccia. “Articolazione destra compromessa, irrecuperabile al volo”. La denuncia è dell’Agenzia regionale Forestas.
Già nel novembre di un anno fa era stato segnalato un altro episodio di abbattimento di un prezioso rapace, e purtroppo ancora in concomitanza con le giornate di caccia al colombaccio. “L’episodio si ripete ancora, in preoccupante sequenza: infatti il 29 ottobre 2021 è stato trovato a Desulo un altro giovane esemplare di questa specie, gravemente ferito da una fucilata” spiegano.
L’astore sardo è una sotto-specie classificata in pericolo, così come l’aquila del Bonelli. Più piccolo rispetto alla specie nominale presente nel resto d’Italia, l’astore sardo si differenzia per la colorazione più scura del dorso, un marrone scuro che contrasta con la parte anteriore chiara barrettata. Le sue principali caratteristiche sono: un’apertura alare di 86/120 cm (notevolmente maggiore nelle femmine) e un peso che oscilla tra 780/880 g per le femmine e 520/600g per i maschi.
L’esemplare ritrovato dagli agenti del CFVA di Nuoro, è stato subito ricoverato nel il Centro di Allevamento e Recupero Fauna Selvatica (CARFS) di Forestas, a Bonassai-Olmedo (SS): uno dei pochi centri regionali specializzati nella chirurgia veterinaria per queste specie. I pallini, come risulta dagli esami radiologici effettuati dal personale veterinario di Forestas, hanno gravemente compromesso l’articolazione dell’ala destra di questo splendido maschio.
“Un altro rapace irrecuperabile, sottratto alla vita selvatica e condannato al ricovero – condannano gli agenti – Un danno che si aggiungerà alle spiacevoli immagini circolate sui social nei giorni scorsi, relative ai cinque cacciatori di Villacidro sanzionati dopo la condivisone delle immagini della “fruttuosa” giornata di caccia, in cui mostravano centinaia di colombacci abbattuti nel nuorese (evidentemente qualcuno in più dei 15 a cacciatore/giornata consentiti dal calendario venatorio vigente)”.
Purtroppo gli animali protetti recapitati nei Centri Recupero Fauna Selvatica, in concomitanza o dopo le giornate di caccia, sono ancora numerosi. La considerazione d’obbligo è che, verificandosi in ambienti difficili da controllare, il ritrovamento di esemplari in difficoltà per lesioni da arma da fuoco, rappresenta solo una minima frazione degli esemplari di specie protette illegalmente abbattuti ogni anno. L’auspicio è che, come sempre, qualcuno dei tanti cacciatori rispettosi delle regole ed effettivamente attenti ai problemi ambientali, arrivi finalmente a segnalare alle autorità competenti questi gravi ed inqualificabili comportamenti di quei pochi che, forse per gioco, squalificano, in maniera indistinta, tutto il mondo venatorio.
La perdita di un astore, la sua apertura alare di oltre un metro, specializzato nella vita tra i boschi, è una perdita di biodiversità: un episodio che dovrebbe far riflettere la parte “sana” del mondo venatorio.











