Una nuova bufera in queste ore ha investito il governo. Su sentenza dell`VIII sezione del Tribunale penale di Roma, il sottosegretario Andrea Delmastro delle Vedove è stato condannato a 8 mesi di reclusione per il reato di rivelazione del segreto d’ufficio, in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Delmastro, interdetto dai pubblici uffici per un anno, ha beneficiato delle attenuanti generiche e la sospensione della pena.
“Spero ci sia un giudice a Berlino ma non mi dimetto“, la reazione a caldo del sottosegretario. “Una sentenza politica! Le sentenze non si commentano, ma quelle politiche si commentano da sole! E questa sentenza si commenta da sola! Dopo che l’accusa ha chiesto per tre volte l’assoluzione, arriva una sentenza di condanna fondata sul nulla! Vogliono dire che le riforme si devono fermare? Hanno sbagliato indirizzo! Vogliono dire che il Pd non si tocca? Hanno sbagliato indirizzo”, ha aggiunto poi su un post social. “Io non ho tradito i miei ideali: ho difeso il carcere duro verso terroristi e mafiosi. Io non ho tradito! E gli italiani lo sanno! Attendo trepidante le motivazioni per fare appello e cercare un giudice a Berlino.” E conclude: “E da domani avanti con le riforme per consegnare ai nostri figli una giustizia diversa”. Una questione delicata, che parte dalle dichiarazioni fatte nel febbraio del 2023 in Parlamento da Giovanni Donzelli, collega di partito di Delmastro, che riportò alcune conversazioni avvenute nell’ora d’aria nel carcere di Sassari tra Cospito e alcuni detenuti di camorra e ‘ndrangheta, detenuti al 41 bis, avute da Delmastro. Il punto nevralgico della vicenda a sostegno della difesa, però (e che sarebbe a favore della buona fede di Delmastro), è che il sottosegretario non sapeva che le informazioni rivelate fossero sottoposte al segreto di legge.
Le reazioni sul caso non si sono fatte attendere. Il ministro della giustizia Nordio si dice addolorato: “Sono disorientato ed addolorato per una condanna che colpisce uno dei collaboratori più cari e capaci. Confido in una sua radicale riforma in sede di impugnazione e rinnovo all’amico Andrea Delmastro la più totale ed incondizionata fiducia. Continueremo a lavorare insieme per le indispensabili ed urgenti riforme della Giustizia”.
Dure, come prevedibile, le opposizioni: “Il sottosegretario Delmastro, quello che giocava con i documenti riservati col coinquilino Donzelli, è stato condannato in primo grado per rivelazione di segreto d’ufficio”, afferma Conte. “Ha già annunciato che non si dimetterà. Non avevamo dubbi. Purtroppo. Da Delmastro a Santanché si sentono ormai tutti intoccabili. La principale colpevole di questo grave andazzo è Meloni che chiedeva le dimissioni di tutti dall’opposizione e ha perso la coerenza da qualche parte a Colle Oppio. Poltrone piene di colla per i suoi amichetti, anche se l’amichetto è un condannato in primo grado al ministero della Giustizia per violazione dei doveri d’ufficio”. Diretta anche Elly Schlein, che chiede le dimissioni: “Delmastro condannato per aver usato segreti di Stato contro le opposizioni dimostra quanto questa classe dirigente sia inadeguata. Giorgia Meloni adesso lo faccia dimettere anziché continuare a mentire sui fondi alla sanità pubblica e a non far nulla sulle bollette più care d’Europa”. Risoluta la premier Meloni, che non ha alcuna intenzione di retrocedere sulla questione: “Sono sconcertata per la sentenza di condanna del sottosegretario Andrea Delmastro, per il quale il pubblico ministero aveva inizialmente richiesto l’archiviazione e successivamente l’assoluzione. Mi chiedo se il giudizio sia realmente basato sul merito della questione. Il sottosegretario Delmastro rimane al suo posto”.